Le notizie che arrivano da Bruxelles sull’agricoltura pugliese rappresentano l’ennesima tegola per il settore. Dalla direzione generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Commissione Europea è stata inviata una missiva con la quale viene chiesto, entro l’inizio del 2020, un piano dettagliato delle risorse assegnate e non non spese del PSR. Dopodiché partirà l’obbligo bimestrale di aggiornamento.
“Da tempo e più volte avevamo lanciato il grido di allarme – ha commentato l’europarlamentare Raffaele Fitto -, Emiliano ha non solo ignorato, ma peggiorato la situazione: di fronte alle nostre puntuali e precise analisi della spesa, anzi della non spesa, sosteneva pubblicamente che la situazione non era quella denunciata, anzi incredibilmente e irresponsabilmente parlava di più del 100% di spesa. Oggi non siamo contenti di avere ragione, siamo molto rammaricati nel vedere un settore fondamentale della nostra economia non solo in ginocchio ma anche allo sbando totale”.
Sulla questione è intervenuto anche Fabiano Amati, presidente della commissione regionale Bilancio e candidato alle primarie del centrosinistra per le Regionali 2020.
“Sull’agricoltura saremo vigilati a vista, in pratica commissariati, e spero che serva a ridurre il danno. Ovviamente, dobbiamo rimboccarci seriamente le maniche, rinforzando la dotazione di personale, perché il messaggio dell’Europa mette in evidenza una situazione da risanare, per aiutare gli agricoltori e evitare una riduzione di fiducia dei pugliesi nelle politiche agricole e di sviluppo rurale dell’Unione europea”.
“Il problema – prosegue – è che se prometti ai cittadini che grazie all’Europa sarai in grado di dare sostegno, e poi non riesci nell’intento per disattenzione, carenza di personale e un eccesso di burocrazia fatta di regole e cavilli, finisce che le persone non credono in te – e questo è il danno minore – ma soprattutto nell’Europa. Nasce anche così il diffuso seguito alle sirene del nazionalismo, del sovranismo e del risentimento nei confronti della società aperta”.
“Purtroppo – conclude Amati – sono scettico visti i tempi brevi e il notevole contenzioso sulle possibilità di fare spesa entro i termini indicati dal DG europeo, pur confidando ovviamente sulla auspicabile riduzione del danno, perché qui si tratta di risorse non erogate a un settore ad alta intensità di posti di lavoro”