Trentuno pagine sullo scioglimento per mafia del Comune di Cerignola. È stato diffuso oggi il documento prefettizio incentrato sui motivi che hanno portato alla decisione di chiudere l’esperienza amministrativa dell’ormai ex sindaco, Franco Metta.
Il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi ha ripercorso le tappe principali che hanno portato alla decisione, facendo sua l’analisi della Commissione d’accesso agli atti.
“Nell’area del centro ofantino operano i clan Piarulli-Mastrangelo-Ferraro e Ditommaso – si legge in esordio -. Famiglie malavitose riconosciute in sede giudiziaria e al momento ancora egemoni”.
Tanti gli “omissis” all’interno del documento ma lo spaccato che ne esce è piuttosto chiaro. E individua nel gruppo dei “milanesi” i vertici delle organizzazioni criminali cerignolane. È risaputo che nel capoluogo lombardo risiedano alcuni dei principali boss.
Nella relazione occhi puntati sull’affidamento dei lavori di recupero edilizio e funzionale degli edifici comunali “ex stalloni”, annessi all’immobile ex caserma Nino Bixio, da adibire a struttura per anziani anche non autosufficienti.
“L’impresa aggiudicataria risultava l’unica partecipante alla gara nonostante la consistenza del prezzo a base d’asta” e sarebbe strettamente legata ad esponenti di spicco di uno dei clan mafiosi cittadini.
C’è poi la vicenda dello stadio Monterisi “gestito dalla famiglia ‘omissis’ legata da rapporti di frequentazione e da cointeressenze economiche direttamente con esponenti del clan ‘omissis’, condannati per associazione di tipo mafioso. L’attuale assenza di segnali di una recrudescenza della rivalità tra i clan operanti in Cerignola – scrive il prefetto – favorisce la penetrazione degli stessi nel tessuto economico sano”.
“La Commissione ha dettagliatamente riferito – continua Grassi – anche a proposito della concessionaria dello stadio, la ‘omissis’. La società appartiene alla famiglia ‘omissis’. Uno dei consiglieri di amministrazione, ‘omissis’, è un noto imprenditore di Cerignola, proprietario del marchio ‘omissis’, collegato alla figura di ‘omissis’, residente a Pieve Emanuele (MI), ritenuto elemento apicale del clan mafioso ‘omissis’”.
E ancora: “Non si registrano iniziative concrete per rimuovere le situazioni di infiltrazione malavitosa descritte, né si fa ricorso, con la dovuta efficienza, ai rimedi che pure offre la normativa antimafia”. Per il prefetto si sarebbe verificata “una sorta di ‘privatizzazione’ di beni pubblici“.
Si parla ampiamente di “solite ditte” in grado di ottenere continuamente affidamenti e di soggetti che per anni avrebbero gestito strutture destinate alla fruizione pubblica in regime di “monopolio”.
Anche la cultura nel mirino della malavita: “La Commissione ha dedicato particolare attenzione alla gestione del ‘Laboratorio Urbano Offina delle Arti della città di Cerignola’, affidata ad un’associazione culturale con comprovata vicinanza alla genia criminale dei ‘omissis’”. “Una mafia degli affari che avrebbe contaminato l’economia legale”, si legge ancora.
Non manca la storia del parcheggio a pagamento su aree pubbliche gestito da una società ritenuta contigua alle famiglie malavitose, in particolare personaggi coinvolti nel maxi processo ‘Cartagine’”.
“La Commissione – riporta la relazione – ha posto l’accento sul disordine amministrativo che ha riscontrato nell’attività di riscossione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia popolare di proprietà comunale. Molti alloggi risultano occupati anche da appartenenti a compagini mafiose, in assenza di regolare versamento dei canoni dovuti o in assenza di valido titolo”.
Il sindaco Franco Metta è citato in più occasioni. Ad esempio nel caso del matrimonio di un pluripregiudicato, condannato per associazione di tipo mafioso, celebrato dallo stesso primo cittadino. Metta partecipò anche alla festa in una sala ricevimenti di Andria, alla presenza del boss del clan.
Il sindaco è poi presente anche all’inaugurazione di un bar pasticceria “la cui titolare è elemento di spicco del clan ‘omissis'”.