“Ho appreso dall’assessore Ruggeri – destinatario della notifica di un invito a comparire della Procura della Repubblica di Foggia – di essere anche io sottoposto ad indagini preliminari. Pur non avendo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, voglio io stesso comunicare la notizia per dovere di trasparenza verso i miei concittadini”. A dichiararlo sulla sua pagina Facebook il governatore pugliese Michele Emiliano. Anche il consigliere regionale Napoleone Cera sarebbe oggetto di un avviso di garanzia.
Oggi è stato interrogato Salvatore Ruggeri, assessore regionale al welfare che ha ricevuto un’informazione di garanzia riguardante la Asp Castriota e Corropoli di Chieuti Serracapriola, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
È dal sostituto procuratore di Foggia Marco Gambardella per chiarire la sua posizione in merito al ritardo nella nomina del commissario straordinario dell’ente il cui cda è decaduto da febbraio, per via delle dimissioni di due consiglieri, Antonio Magnocavallo e Michele Giannubilo e quelle del vice direttore generale Giacomo Occhionero. Gli inquirenti profilano l’ipotesi di una nomina pilotata, non finalizzata a tutelare l’interesse della pubblica amministrazione ma uno scambio di natura politica. Gambardella contesta a Ruggeri il reato di corruzione all’esito delle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. L’ipotesi degli inquirenti si basa sulla decisione di nominare come commissario dell’azienda pubblica (i vertici si erano dimessi da qualche mese) una persona indicata dalla politica, violando “i principi di discrezionalità tecnica a cui dovrebbe soggiacere la pubblica amministrazione, non consentendo una comparazione imparziale dei soggetti in gioco”.
La legge regionale 15/2004 prevede, dopo le dimissioni del cda di una Asp, la possibilità di commissariamento. I vertici delle Asp (prima si chiamavano Ipab) sono da sempre di nomina politica: serve un decreto del presidente della giunta regionale, e l’istruttoria viene effettuata dall’assessore al Welfare. Secondo l’accusa, in un primo tempo Ruggeri avrebbe individuato un commercialista salentino, Eusebio Ferraro, ma le pressioni dell’interlocutore lo avrebbero spinto su un avvocato di Manfredonia, Cosimo Titta. L’istruttoria tecnica che porta alla nomina, tuttavia, non è mai stata perfezionata. Negli ultimi atti di ottobre, alla presidenza figura sempre l’apricenese Pd, Tommaso Pasqua.
“L’accusa consiste nell’avere ricevuto indicazioni politiche da un consigliere regionale per nominare commissario di una Asp una determinata persona – commenta ancora Emiliano -. E ció, nonostante io abbia ritenuto di non accogliere tale indicazione formulatami sin dal febbraio 2019, tanto che nessuna nomina è stata effettuata sino ad oggi. Non ho accolto l’indicazione nominativa ricevuta avendola ritenuta non pienamente soddisfacente alla luce delle mie prerogative discrezionali. Infatti ero libero di proporre alla giunta qualunque nominativo, senza limiti di qualificazione professionale e senza necessità di procedure ad evidenza pubblica non previste da nessuna legge nazionale o regionale per l’incarico di commissario”.
“Rispondo dunque per una nomina mai effettuata – chiosa l’ex magistrato -, per non avere mai accolto le indicazioni di coloro che la peroravano. Credo di essere il primo pubblico amministratore chiamato a rispondere per una nomina mai effettuata.
Anzi per avere respinto la legittima indicazione politica ricevuta da un membro della assemblea legislativa regionale membro della maggioranza di governo che aveva pieno titolo di propormi un nome per quell’incarico. Sono dunque chiamato a rispondere di un reato contro la pubblica amministrazione (che prevede la adozione di un atto amministrativo come elemento costitutivo del reato stesso) senza averlo mai adottato nonostante siano passati mesi e mesi dalla indicazione ricevuta. I fatti di cui sono accusato sono la assoluta normalità con riferimento alle nomine discrezionali dove i consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione normalmente offrono al presidente della giunta indicazioni e suggerimenti data anche la loro conoscenza del territorio”.
“Non escludo – conclude – che alcune di queste indicazioni siano alle volte pittoresche, veementi, fondate su pressioni e interessi politici, finanche elettorali in alcuni casi, ma a mio parere tali indicazioni sono sempre legittime perché finalizzate all’esercizio di un potere assolutamente discrezionale. Comprendo tuttavia che la questione possa essere oggetto di diversa opinione. Ma quel che sinceramente fatico a comprendere è come si possa pensare che un reato sia stato commesso rigettando l’indicazione ricevuta. Resta comunque ferma per principio la mia fiducia nella giustizia alla quale chiedo celerità negli accertamenti”.