Fa discutere l’ultimo comizio del sindaco di Cerignola, Franco Metta che ha difeso il proprio operato amministrativo, a confutazione dei provvedimenti istituzionali volti ad affermare le ingerenze criminali all’interno del consiglio comunale. Nelle ore subito successive alla decisione del consiglio dei ministri, in tanti avevano apprezzato l’amaro pianto del primo cittadino che giurava sul suo onore e sui suoi due piccoli nipoti affermando di non aver fatto nulla di illecito o illegale che comportasse una tale decisione ritenuta dallo stesso assurda e oscura.
Inoltre Metta, avvocato di spessore, in tale frangente aveva anche sollevato una questione cogente e preponderante, denunciando l’uso soggettivo e parziale dello strumento dell’informativa antimafia, da cui ‘…è impossibile difendersi…’, per l’alta discrezionalità demandata alla sua applicazione e perché ancora oggi si ritiene la sua natura definitiva e tranciante: un’arma tanto opzionale quanto micidiale. Ma Metta è andato oltre tirando in ballo Manfredonia, città in attesa della decisione di Palazzo Chigi che potrebbe sciogliere anche il consiglio comunale in riva al golfo.
Sul tema è intervenuto il noto penalista, l’avvocato Pierpaolo Fischetti: “Metta, ormai perso nel suo furore, deborda e scantona, chiamando in causa e a sostegno della propria difesa, altre realtà e soprattutto specifiche persone che nulla hanno a che vedere con sterili polemiche politiche ma comunque lese principalmente nel proprio onore e nella loro dignità di cittadini. Secondo l’assioma dell’avvocato Metta, un presidente del consiglio comunale di altro Comune è socio di Romito, e della di lui famiglia, e siccome ciò per sé già è sufficiente per emettere patenti di illegalità, anche a livello amministrativo, egli che non è socio di nessuno non merita quanto in essere.
Il riferimento, seppur sconclusionato, è al mio assistito Francesco Romito (titolare del noto lido Bagni Bonobo, ndr) – continua Fischetti -, che ancora oggi aspetta di conoscere quale sarebbe stato il suo contegno immorale che avrebbe causato un giudizio di disvalore nei suoi riguardi posto che nulla e nella sua condotta giudiziale, e nel suo ciclo di studi, e – come del resto -nel suo percorso professionale possa essere macchiato da infamie pretestuose quantunque tangibili.
Ed allora, fino a quando si dovranno rievocare fantasmi a fini strumentali per giustificare i propri fallimenti personali e no? E fino a quando i familiari di chi ha sbagliato gravemente, ma per se stesso, nel passato dovranno ereditare un lascito che non solo non hanno voluto ma non hanno potuto eludere? E questi cittadini dovranno un giorno pur lavorare o solo sfuggire al biasimo intermittente?”
Secondo Fischetti, “seguendo (ma solo a titolo esemplificativo) tale contorto e contraddittorio teorema, un giorno tutto ciò varrà allora anche per i nipoti di questo sindaco, i quali saranno ricordati per essere gli appartenenti alla famiglia Metta il cui patriarca è stato sindaco di un comune sciolto per mafia ed essi non avranno scampo, né dovranno lavorare perché altri potrebbero additarli per qualcosa che non hanno fatto: una follia! Naturalmente – conclude il legale di Francesco Romito – il sindaco Metta risponderà penalmente delle sue affermazioni al riguardo”. (In alto, da sinistra, Franco Metta, Pierpaolo Fischetti e il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi)