Saranno tutti processati i 29 componenti dei maggiori clan mafiosi di Foggia, coinvolti nel blitz “Decima Azione” del 30 novembre 2018, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni e rapine aggravate, detenzione illegale di armi e tentato omicidio. Il gup del Tribunale di Bari Giovanni Anglana ha fissato per il 12 dicembre l’inizio del processo con rito abbreviato per 25 di loro, che sarà celebrato nella sede di via Dioguardi. Tra gli imputati ci sono i boss Rocco Moretti detto “Il porco”, Vito Bruno Lanza detto “U’ lepr'” e Roberto Sinesi detto “Lo zio”, i primi due al vertice della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza, il terzo a capo dei Sinesi-Francavilla. Moretti e Sinesi sono già al 41bis (carcere duro) nei penitenziari, rispettivamente, di L’Aquila e Rebibbia a Roma. Altri quattro imputati sono stati rinviati a giudizio e compariranno il 7 novembre dinanzi al Tribunale di Foggia.
Nell’udienza preliminare si sono costituiti parte civile il Comune di Foggia, la Fondazione Antiracket Puglia e la Regione Puglia, con il presidente Michele Emiliano che oggi ha partecipato all’udienza nell’aula bunker di Bitonto. Assenti le vittime del racket. “Li sostituiamo noi”, ha detto il governatore regionale.
Tra il 2015 e il 2018 i clan foggiani avrebbero imposto il pizzo a decine di commercianti e imprenditori della provincia di Foggia. Ad una vittima Moretti e soci chiesero di tirarsi fuori dall’acquisto di alcuni terreni a Incoronata oppure di versare 200mila euro. “Il porco” e alcuni dei suoi stretti sodali furono arrestati anche per quell’episodio.