Si è consegnato Giuseppe Bergantino, il 45enne di Manfredonia coinvolto nel blitz di ieri di DDA e carabinieri contro i trafficanti di droga. L’uomo era fuori regione per lavoro. Adesso, sono tutti agli arresti i 7 soggetti accusati di smerciare cocaina soprattutto tra Amsterdam, il Gargano e l’area di Barletta. L’operazione rientra nell’ambito delle indagini sulla strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, quando furono uccisi il boss Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e i due contadini Aurelio e Luigi Luciani.
Il nome di Bergantino compare ampiamente nelle carte dell’inchiesta su quella mattanza. Al momento l’unico uomo beccato per il quadruplice omicidio è un altro manfredoniano, il 39enne Giovanni Caterino. L’altro, stando alle rivelazioni del pentito Carlo Magno (decisive le sue rivelazioni nel blitz contro i narcos), sarebbe Saverio Tucci detto “Faccia d’angelo”, ucciso ad Amsterdam proprio dal collaboratore di giustizia reo confesso. Magno ha raccontato di aver appreso proprio da Tucci il coinvolgimento di quest’ultimo nell’agguato di San Marco.
Nelle carte giudiziarie della strage, emerge la frequentazione assidua di Bergantino con Caterino e Luigi Palena, 49 anni, quest’ultimo finito in manette per armi. Incontri e conversazioni durante le quali Caterino (uomo del clan Li Bergolis-Miucci) riveló all’amico Bergantino di sentirsi una “bomba atomica”, ormai braccato dagli inquirenti con l’accusa di essere stato il basista della strage. Caterino è in carcere a Bari, Palena è invece detenuto ad Avellino.