“Punto primo: riportiamo Foggia alla normalità”, ha chiuso così il suo comizio finale della campagna elettorale, il candidato del centrosinistra extralarge Pippo Cavaliere. All’inizio l’ingegnere si è commosso, qualche lacrima trattenuta ha rigato la voce.
Circa 500 in piazza per i candidati di tutta la coalizione. Uno speaker per ogni lista. Maria Elena Furore per Senso Civico, che ha snocciolato il programma sui giovani. Piergiorgio Di Tullio per il Pd, orgoglioso delle 31 “persone favolose” della lista, Pina Carretta di Una città per cambiare, madre di Beatrice che ha ricordato tutto il disagio sociale della città. Dalle barriere architettoniche ai taxi non attrezzati per i disabili; Irene Sasso, dirigente scolastica per la Città dei Diritti, secondo cui la città ha una “gran voglia di istruzione”; Michela Ragno per Foggia Civica e Antonietta Ferrandina per Foggia Popolare.
Nel discorso di Cavaliere, il canovaccio di questi due mesi di campagna elettorale. Le promesse tradite di Landella, i tagli di nastri non suoi, il Teatro Giordano, le classifiche sulla qualità della vita, l’ultimo studio sui servizi dell’Osservatorio Cottarelli. Fino alle ultime mosse del sindaco uscente sullo Sper Anziani.
“Il sindaco Landella ci lascia un’eredità molto pesante. Chi non ha i soldi non spende risorse per feste e fuochi d’artificio”.
4 i verbi del suo programma: promuovere, sostenere, accogliere, condividere. “Questi due mesi sono stati per me uno tsunami di emozioni. Nessun incontro è stato formale, sono stato travolto ovunque dall’affetto dei cittadini, ho percepito forte l’entusiasmo e una grande voglia di cambiamento, che si è tramutata in abbracci, sorrisi, baci. Dopo due mesi sono ancora più convinto che Foggia deve e può rinascere. Tutti conosciamo il teatro Giordano o la Villa comunale. Pochi conoscono piazzetta dell’Olmo o il mercato del CEP. Anche quella è Foggia. Dobbiamo e possiamo promuovere i talenti, le vocazioni, la bellezza di Foggia e dei foggiani”.