È durato pochi mesi il regno di Girolamo Perna, 28enne boss del clan Iannoli-Perna. La sua ascesa negli assetti criminali del Gargano si è fermata sotto casa sua, a “Piano Piccolo”, periferia di Vieste. Il giovane è stato ucciso con un colpo di fucile calibro 12, arma tipica degli omicidi sul promontorio, mentre si trovava in compagnia di un incensurato. Quest’ultimo non ha saputo fornire elementi utili ai carabinieri.
Chi indaga non esclude che l’uccisione di Perna possa essere una risposta all’agguato mortale dello scorso 21 marzo ai danni di Francesco Pio Gentile detto “Rampino”. Gli Iannoli-Perna, ormai solo Iannoli dopo la morte del boss, sono ritenuti vicini ai montanari Li Bergolis-Miucci, a loro volta rivali del gruppo di cui faceva parte Gentile.
“Rampino” era luogotenente del clan Romito a Mattinata, cugino dello storico boss Mario Luciano Romito, ucciso ad agosto 2017 nella strage di San Marco in Lamis. In realtà, in seguito alla fine di Gentile, dei Romito è rimasto ben poco. Oggi, il clan egemone tra Manfredonia e Mattinata è indicato con i nomi Lombardi-Ricucci-La Torre, ovvero Matteo Lombardi, Pasquale Ricucci e Pietro La Torre, un tempo adepti del defunto Mario Luciano.
L’attuale assetto vede i Lombardi vicini ai viestani del clan Raduano mentre i Li Bergolis-Miucci a braccetto con il gruppo guidato ora da Claudio Iannoli, arrestato per droga, pochi giorni fa, nell’operazione “Ultimo Avamposto”. Al centro della guerra ci sarebbe proprio il traffico di stupefacenti, in particolare quello sull’asse tra Gargano e Albania per il quale non manca l’interesse anche dei gruppi criminali foggiani e sanseveresi.