L’Isola che c’è, il progetto selezionato a Foggia dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, a breve compirà il suo primo anno di vita, sta raccogliendo i primi risultati dal punto di vista dell’impatto sul territorio, sui nuclei familiari coinvolti e sugli enti anche esterni al partenariato, che hanno abbracciato con entusiasmo la sua mission.
Il primo ostacolo, soprattutto quando si tratta di coinvolgere contesti e famiglie non “educate” alla partecipazione, è agganciarle, incuriosirle, convincerle dell’utilità di quanto offerto loro. Successivamente si cerca di fidelizzare il rapporto, di creare una relazione, costruire un contatto più empatico che le faccia sentire sostenute, consigliate, e proprio per questo in grado anche di essere responsabilizzate, educate alla complessità dell’essere genitore e dell’essere comunità. Le famiglie che “abitano” l’isola che c’è sono variegate, alcune già abituate a far partecipare i propri figli ad attività extra- scolastiche, con un manifesto piacere della condivisione, si informano, rimangono alle attività genitore- figlio, gioiscono di ogni momento. Altre (al di là del ceto di appartenenza, si connota come fenomeno trasversale) spesso confondono l’opportunità gratuita di un progetto come un’occasione per risparmiare, per partecipare in base agli umori, alle disponibilità. “E questa è una delle mille manifestazioni della povertà educativa che puntiamo a cancellare. Grazie al lavoro di squadra del coordinamento, del partenariato e degli enti abbiamo attivato diversi approcci educativi aventi il fine di responsabilizzare le famiglie e comprendere l’importanza di seguire un percorso, cogliere e conoscere i relativi diritti e doveri – dice Rita Amatore, coordinatrice dell’Isola che c’è -. Il rispetto per gli altri utenti e per gli operatori che mettono in moto la macchina dell’isola che c’è è la base per poter contrastare certe condotte distorte di questi genitori e introiettate indirettamente anche dai bambini”.
L’isola che c’è, oltre al folto partenariato, punta a fare rete e a tal proposito può vantare la collaborazione con gli istituti San Giuseppe e l’I.C. Foscolo – Gabelli che hanno aperto le loro porte e hanno fatto entrare i suoi operatori nel mondo dell’infanzia di bambini di 3 e 5 anni e di quelli della comunità residenziale. Le Letture Piccine realizzate dalla biblioteca per ragazzi “La Magna Capitana”, il Play english realizzato da L’Aquilone, i Laboratori manuali realizzati da Arte Fa Re puntano a valorizzare le capacità innate dei piccoli e allo sviluppo di competenze relative alla percezione di sé stessi, degli altri e del mondo. Alla scuola Gabelli l’isola che c’è sta conoscendo i bimbi della primaria che seguono il “tempo pieno”. Piccoli ometti/signorine di 6 anni ricchi di entusiasmo, provenienti da quartieri storici di Foggia, ma privati di servizi per le famiglie e per l’infanzia, privi di un riconoscimento del loro status di bambini. E allora arriva L’isola che c’è con Genitori consapevoli (attiva anche c/o la San Giuseppe) realizzata dall’ass. Girasole, Vivere Sano con l’educazione alla corretta alimentazione (stop merendine o di panini sproporzionati per grandezza) con Sani stili di vita e la Coop Alleanza 3.0 rivolti non solo ai bambini ma anche ai genitori della scuola, e Leggo dunque sono realizzata dalla Piccola compagnia impertinente attraverso cui immergersi nei libri e sviluppare il pensiero critico e la creatività. L’isola che c’è, inoltre, spinge sempre più anche alla partecipazione di papà e nonni. Loro sono una parte essenziale della “comunità educante”.
Oltre 100 famiglie hanno animato e vissuto il centro Polivalente Parcocittà, il cuore del progetto con il suo bellissimo parco. Lo sportello informafamiglie, gli stand delle attività dell’isola, la lettura animata e in lingua inglese, i servizi di sostegno ai piccoli e alla famiglia, le attività ludico – creative ed espressive. Un ‘opportunità quella di questo progetto colta al massimo delle sue potenzialità, e che come coordinamento puntiamo a diffondere e radicare quanto più possibile nei cuori e nelle menti di famiglie, docenti, e operatori.