Mentre impazzano nelle messaggerie i diversi spot dei vari candidati alle Primarie, dal manifesto “fresco e pulito”, come un sapone degli anni Cinquanta di Luigi Miranda alla gif di Leo Iaccarino del biglietto che si apre a finestra, il tavolo del centrodestra traballa.
Ieri alla riunione in Via Salomone, c’è stato un ennesimo scontro sui simboli da indicare sulla scheda. Ci sarebbe uno scoglio di natura procedurale. C’è chi pretende il simbolo, come la Lega, e c’è chi invece potrebbe farne anche a meno, come Franco Landella. Ma è proprio la Lega ad essere maggiormente divisa.
C’è scoraggiamento tra i diversi supporters. “Tutti i candidati hanno già rotto, nessuno di loro appoggerà l’altro in caso di vittoria. Per questo non hanno senso le Primarie, anche se di certo non c’è nulla”, è il sentiment diffuso da un grande elettore.
Simbolo sì o simbolo no? Leo Iaccarino preferirebbe non indicare lo scudo crociato accanto al suo nome. “Dal mio punto di vista sarebbe meglio per tutti, perché quella consultazione non corrisponde alla reale forza di ciascun candidato. Lo dico anche per Miranda. La Lega viaggia al 15%, cosa accadrebbe se lui avesse una percentuale inferiore? Rischierebbe una figuraccia”, si chiede a l’Immediato.
Il candidato centrista è convinto di vincere. “Porterò alla Taralli migliaia di persone. Partecipo e vinco, sarò il valore aggiunto di questa coalizione. Non voglio assumermi la responsabilità di far saltare le Primarie. Andiamo avanti fino al 24 febbraio. Dalla mattina fino a sera inoltrata sono in campagna elettorale. I miei ragazzi vanno battendo a tappeto la città, si tratta di raccogliere il maggior numero di persone il 24 e andare verso la vittoria. Non c’è una sola persona che non mi voglia votare”.