Era di fatto gestito da un soggetto del clan Silvestri di Mattinata, il porticciolo sequestrato dalla Guardia Costiera a Mattinatella. Il gruppo criminale resta nel mirino della “Squadra Stato” che nelle ultime settimane ha colpito più volte i Silvestri, portando via beni soprattutto nell’area portuale dove il clan era egemone da anni.
Indagini sono tuttora in corso per individuare i proprietari dei 13 natanti finiti anch’essi sotto sequestro. Si tratterebbe di mezzi riconducibili a pregiudicati della zona, probabilmente utilizzati per sbarchi di varia natura. Il porticciolo sarebbe servito per i traffici di armi e droga – soprattutto tra Gargano e Albania – e i natanti usati come staffette. Gli investigatori ci stanno lavorando proprio in queste ore.
Intanto, la notizia sta facendo assai scalpore a Mattinata alla luce del fatto che l’impianto di acquacoltura sequestrato è riconducibile al segretario del PD locale, Francesco Santamaria (nel riquadro in alto), quest’ultimo già assurto alle cronache per aver negato la presenza della mafia in paese nonostante lo scioglimento del Comune per infiltrazioni criminali. Santamaria, infatti, fu piuttosto vago durante un’intervista realizzata da Rai 1 lo scorso anno nel rotocalco TV7. “Di certo c’è un problema delinquenziale forte che va combattuto ma non soffermiamoci al discorso nominalistico”, disse il politico mantenendosi vago sulla mafia.
Il sequestro di ieri non è il primo che colpisce Santamaria. Il 30 giugno 2018 la polizia locale sequestrò una rinomata struttura ricettiva, sempre riconducibile al piddino, l’Hotel Residence Torre Santamaria, in località Funni-Torre del Porto. All’epoca fu accertata anche l’evasione della tassa di soggiorno.
Il pugno duro dello Stato non molla Mattinata dopo lo scioglimento per mafia del marzo 2018.