Università di Foggia, prime alleanze per la corsa al Rettorato. La modifica del Codice etico fa discutere

Manca ancora un anno alla fine del rettorato del Magnifico Maurizio Ricci all’Università degli Studi di Foggia. Entro il primo novembre del 2019 si insedierà il suo successore

Manca ancora un anno alla fine del rettorato del Magnifico Maurizio Ricci all’Università degli Studi di Foggia. Entro il primo novembre del 2019 si insedierà il suo successore, ma la campagna elettorale rettorale è in parte già cominciata nei corridoi dei Dipartimenti foggiani. Il docente di Malattie odontostomatologiche, il professor Lorenzo Lo Muzio, sarà senza dubbio della partita anche in queste elezioni, sebbene in tanti ritengano che i dipartimenti medici ancora una volta si divideranno e non correranno compatti.
I COMPETITORS 
Il Rettore Ricci non ha ancora individuato apertamente il suo delfino, nonostante sia in pole position da tempo il direttore del Dipartimento di Agraria Agostino Sevi per il prossimo mandato. Insieme al suo, per una alternativa a Lo Muzio, in continuità con l’odierno Rettorato, si fanno anche i nomi del neo direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Pier Paolo Limone, della giovane e brillante delegata Marzia Albenzio e della vicerettora Milena Sinigaglia.
L’eventuale corsa del direttore del Safe e professore di Zootecnia, nonché presidente dello Zooprofilattico, allievo dell’ex Rettore Antonio Muscio, però potrebbe essere ostacolata dalla nota indagine della Guardia di Finanza sulle presunte irregolarità nella rendicontazione di tre progetti finanziati dal Miur e sui presunti timesheet falsi fatti firmare retroattivamente a docenti subentrati dopo alla guida dei progetti europei.
IL CODICE
Ha fatto discutere negli ultimi giorni la modifica del Codice Etico dell’Unifg, approvata e deliberata in Senato Accademico lo scorso 30 ottobre. Il codice etico e comportamentale è passato da 15 articoli a ben 45, diventando molto più dettagliato e per certi versi burocratico.
In particolare emerge una nuova linea riguardo a possibili violazioni del codice imputate al Rettore. Nel precedente regolamento vi erano 3 articoli sull’argomento. Il primo impostava l’azione da avviare per far dimettere o decadere il Rettore.
“Qualora la violazione sia imputata al Rettore- si leggeva- la proposta relativa alla sanzione da applicare o all’archiviazione del procedimento è formulata, con le modalità e i termini di cui al primo comma del presente articolo, da una Commissione istruttoria composta da un professore ordinario di ruolo, un professore associato di ruolo ed un ricercatore di ruolo a tempo indeterminato, designati, nell’ambito del corpo docente dell’Ateneo, dal Senato Accademico, nel corso di una seduta straordinaria convocata e presieduta, senza diritto di voto, dal decano dei professori ordinari di ruolo dell’Ateneo ed in relazione alla quale non è prevista la partecipazione del Rettore”.
Ebbene, nel nuovo Codice questo articolo è scomparso insieme all’articolo 12, che regolamentava le sanzioni individuali, che consistevano “nella decadenza dalle cariche individuali rivestite e/o nell’esclusione per un periodo non superiore a tre anni dalla partecipazione agli Organi e alle Commissioni di Ateneo, Dipartimento, Centro di spesa e/o, inoltre, per i docenti, per lo stesso periodo, nell’esclusione dalla destinazione di fondi di ricerca e contributi di Ateneo a qualunque titolo assegnati”.
Tale modifica viene letta da alcuni docenti universitari di diversi dipartimenti come una “manipolazione” per salvaguardare il direttore Sevi da eventi futuri indesiderati, qualora egli una volta eletto Rettore dovesse subire un rinvio a giudizio nell’indagine dei grigi o peggio ancora una condanna di primo grado.
In realtà sia il Magnifico Ricci sia il professor Sevi a metà settembre si sono già visti notificare un decreto penale di condanna pronunciato nei loro confronti dal Tribunale di Foggia dal giudice Dino Dello Iacovo per diffamazione ai danni del professor Sandro Del Nobile, che insieme al collega Diego Centonze ha denunciato l’Ateneo per l’affaire dei progetti europei.
LA CONTESA GIUDIZIARIA
La disputa tra i tre accademici- Del Nobile, Ricci e Sevi- fa parte ormai di un’ampia letteratura all’Unifg. Prima tutti e tre alleati alle precedenti elezioni rettorali e poi acerrimi nemici. I fatti sono noti a tutta la comunità universitaria. Il 24 luglio 2017 furono contestati degli addebiti disciplinari al professore di Scienze e Tecnologie Alimentari Sandro Del Nobile per aver danneggiato e non conservato al meglio alcuni macchinari di laboratorio. Per il regolamento e per legge, l’Ateneo prima di comminare una sanzione disciplinare deve aprire una indagine nella quale tutti gli elementi di verifica sono secretati. Nel caso di specie però il 26 luglio il Rettore Ricci inviò al collegio dei revisori, allo stesso docente, al direttore generale dell’Unifg e al direttore di Dipartimento, il professor Sevi, una lettera in cui venivano riscritte le motivazioni delle contestazioni. Con la lettera, il Rettore, secondo Del Nobile, violò la segretezza e il 20 settembre quella stessa missiva fu letta dal professor Sevi al Consiglio di Dipartimento davanti ai rappresentanti degli studenti.
Da qui partì la denuncia per diffamazione da parte di Del Nobile, accolta dal giudice, che nella sua sentenza decreta che il docente è stato offeso “nell’onore e nel decoro” dal momento che quelle evidenze secretate sono state rese pubbliche ad un “indefinito numero di persone”.
Come se non bastasse, Del Nobile fu punito con la sospensione della retribuzione di 4 mensilità a decorrere dal primo dicembre del 2017. Una sanzione, considerata dal Tar “pretestuosa e spropositata”, che è stata sospesa. Sempre il Tar ha accolto il ricorso del docente, che riavrà pure i suoi stipendi arretrati.
Stante il vecchio codice, con la condanna attuale, il Rettore sarebbe potuto decadere dalla sua carica, se si fosse avviata una procedura a suo carico. Ma il nuovo codice consentirà di bypassare tali meccanismi.
La modifica è stata fatta a valle della condanna, ma i due accademici stanno ancora scegliendo la strada da intraprendere. Il codice di procedura penale prevede più percorsi alternativi: i destinatari di provvedimento di condanna possono chiedere di essere rinviati a giudizio e iniziare così la causa senza udienza preliminare, possono chiedere il giudizio abbreviato o fare richiesta di patteggiamento. Il Magnifico Ricci e il direttore Sevi sceglieranno l’opposizione, che è tecnicamente una impugnazione della condanna e impedisce che quest’ultima possa essere eseguita. Ma il codice ormai modificato li tutelerà da ogni possibile esito giudiziario.