I medici della sezione provinciale Isde di Foggia esprimono solidarietà ai cittadini che si stanno battendo per impedire l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto integrato aerobico/anaerobico nell’area urbana di Lucera che, per capacità, sarebbe il più grande in Italia centro-meridionale.
“La soluzione dell’inquinamento olfattivo prodotto dall’impianto aerobico esistente è l’adeguamento tecnologico di quell’impianto alle migliori tecnologie disponibili, non certo la sua conversione in un insediamento che moltiplicherebbe l’immissione di inquinanti in tutte le matriciambientali (aria, acqua, suolo) e che gioverebbe ai proponenti ma non certo alla comunità”, spiega il presidente Isde Rosa Pedale, sottolineando le ragioni del “no” al biometano”.
“L’attuale fabbisogno regionale pugliese del trattamento della Forsu è nullo (G.U.serie generale n.91 del 19/04/2018), come lo è il fabbisogno regionale di energia – continua -. Il progetto prevede che l’impianto tratti non solo frazione organica dei rifiuti urbani (Forsu) ma anche matrici altamente tossiche come, ad esempio, fanghi provenienti da impianti di depurazione civili o agro-industriali e ceneri tossiche da incenerimento di rifiuti, con possibile trasferimento di inquinanti nella catena alimentare e, di conseguenza, rischi tossicologici e microbiologici”.
“La produzione di biogas e la sua successiva raffinazione a biometano prevede combustione in loco di almeno 21.800 m3 di biogas (non biometano) al giorno, con emissione di numerosi inquinantipericolosi per l’ambiente e per la salute – prosegue Pedale -. L’elevata capacità di accoglienza renderà inevitabile l’importazione di materiale da trattare da altriterritori (con aggiunta di inquinamento da trasporto veicolare). I rischi sulla salute dei cittadini potrebbero essere alti, anche in termini di malattie croniche e degenerative (non si muore solo di cancro). L’impianto lavorerebbe con gas infiammabili, elevate temperature ed elevate pressioni e sarebbe ad alto rischio di incidente rilevante, anche sulla scorta di esperienze già vissute in altri Paesi. L’inquinamento olfattivo potrebbe continuare. L’impianto e i suoi prodotti potranno avere rilevanti conseguenze in termini di cambiamenti climatici. L’analisi del progetto e dalle evidenze scientifiche più aggiornate – conclude – suggeriscono che la realizzazione di questo progetto procederebbe in direzione opposta alla sostenibilità ed alla tutela ambientale e sanitaria. Per questo invitiamo i decisori politici a considerare un parere negativo sulla sua realizzazione”.