“È stato molto commovente per noi quando il presidente Emiliano ci ha detto che avrebbe voluto festeggiare la festa della Repubblica qui a Casa Sankara”. È orgoglioso Papa Latyr Faye nell’accogliere nella struttura realizzata nell’azienda agricola il Governatore Michele Emiliano e l’Ambasciatore a Roma della Repubblica del Senegal, Mamadou Saliou Diouf.
La star Youssou N’Dour non è più venuta, ma la festa è stata grande ugualmente.
“Non smetteremo mai di ringraziare la Regione Puglia per aver reso realtà il nostro sogno. Il nostro sogno era semplice: dare dignità alle persone, sembrava che nessuno si volesse occupare del Ghetto. A noi come diceva Stefano Fumarulo non piace fare chiacchiere, vogliamo i fatti. Le persone hanno aperto gli occhi. È arrivato un ragazzo della pista di Borgo Mezzanone a chiedere un posto letto. Una soluzione c’è, mancava solo la volontà politica. Abbiamo le istituzioni a fianco, Casa Sankara è una cosa unica in Italia, ne siamo orgogliosi”.
Secondo Latyr Faye e gli altri Emiliano ha mostrato “coraggio e sincerità” perché oggi “occuparsi dei temi dell’immigrazione non è popolare”.
Se Casa Sankara è viva è grazie allo zio Mbaye, che da subito ha chiamato Emiliano ai tempi del suo assessorato a San Severo. La collaborazione con Stefano Fumarulo è stata fruttuosa.
“Mbaye è stato minacciato, ricordo la lotta, molti non credevano che si potesse creare un percorso di uscita dalla illegalità. Questa esperienza è un esempio da valorizzare in tutta Europa, quando c’è la volontà politica dei risultati si possono raggiungere. L’integrazione linguistica è fondamentale”.
I migranti devono essere “giusti ed onesti senza cercare scorciatoie per soldi facili”, è stato il monito dell’ambasciatore da poco in Italia. “Questo è un progetto d’inclusione buono anche per il Senegal” e rivolto ai genitori di Stefano Fumarulo ha rimarcato: “Avete portato un albero che non cadrà più”.
Il presidente Emiliano dal suo canto ha annunciato che presto Casa Sankara sarà il terzo villaggio della legalità pugliese dopo Nardò e Turi. I moduli sono pronti.
“Stiamo festeggiando la festa della Repubblica qui in un luogo liberato dallo sfruttamento del lavoro. È un luogo pubblico dove una serie dei lavoratori della terra sono stati sottratti ai caporali. Servono nuovi posti letto stiamo attendendo la variante del Comune di San Severo. Esistono già campi identici a Nardò e ne auguriamo un altro a Turi. Sarà una foresteria del lavoro agricolo. Per lavoratori legali”, ha detto alla stampa.
Ai ragazzi e alla struttura regionale arrivata con lui con le rispettive famiglie, da Claudio Stefanazzi a Roberto Venneri, ha detto “grazie’, dopo aver ballato e cantato col gruppo alle percussioni.
“Grazie, il regalo che mi avete fatto è festeggiare la Repubblica italiana qui. Voi siete qui a sostenere l’economia italiana, lo dico a chi pensa che siete qui in vacanza. Non c’è nessun Paese bello come quello dove sei nato. Ci sono tantissimi italiani nel mondo che non sono partiti per turismo o per dar fastidio, noi ancora oggi non abbiamo capito la lezione: pensiamo che sulle navi sono tutti uguali, invece in tutti i Paesi c’è sempre una piccola quantità che vive violando le leggi. Non è fermando la libertà delle persone che si assicura la sicurezza. Non sono un prete o un sociologo o un assistente sociale. Non sono così stupido da pensare che la sicurezza sia data solo dal respingere e dall’ammanettare. La sicurezza si afferma dando dignità. Abbiamo una responsabilità enorme, perché quando metti al mondo un figlio devi stare attento, basta una persona sbagliata a rompere la relazione. Questo è un luogo che deve assumere una civile santificazione. Anche le cose laiche possono essere sacre: la nostra Costituzione è sacra. Ecco perché siamo qui. Abbiamo fatto bene a festeggiare qui il 2 giugno, l’ambasciatore ha fatto bene a lasciare Mattarella perché Mattarella è anche qui”.
E ancora commosso: “L’ultima volta che sono stato qui ero con Stefano e non pensavo che mi avrebbe fatto lo scherzo di lasciarmi a metà strada. Arriveranno nuovi posti letto, stanno facendo la variante come a Nardò e Turi, cambiano le colture ma lo schema è lo stesso. Appena la variante sarà realizzata daremo luce al sogno di Stefano”.
Mbaye ha paragonato Stefano Fumarulo al leader politico senegalese Thomas Sankara. Entrambi sono “due antichi guerrieri” morti troppo presto a 38 anni.
“L’unico aiuto che vi chiedo è di aiutarci a non chiedere più aiuto”, diceva il guerrigliero senegalese. Una massima vera anche per il tecnico barese.
Dopo l’intitolazione del centro e la targa, giro tra le campagne per Emiliano e gli altri. Si sta sperimentando la canapa, una pianta da studio che si adatta alla luce e al clima del Tavoliere.
Gli agricoltori di Casa Sankara hanno la guida agronomica di Antonio Pandolfi.
Musica finale, i due inni nazionali e le bandiere africane e italiana a sventolare a far da ombra al nuovo albero piantato in ricordo del dirigente che ha avuto l’ardire di immaginare un nuovo modello di integrazione contro il caporalato.