Minitour pugliese per “Cetti Curfino” di Massimo Maugeri edito da La nave di Teseo. Oggi lo scrittore sarà nella Casa Circondariale di Foggia, mentre ieri ha dialogato nello spazio live della Libreria Ubik insieme alla giornalista e scrittrice Annalisa Graziano.
La sinossi del romanzo affascina. “Un giornalista giovane e spiantato, Andrea Coriano, entra in un carcere per incontrare una detenuta, Cetti Curfino. Gli si pone davanti una donna prorompente, labbra carnose, corpo colmo, occhi che rivelano abissi. Andrea ha letto la storia di Cetti sui quotidiani: una donna semplice, un marito che muore mentre lavora in nero, un figlio da sistemare e una lenta discesa nelle viscere di una società che sa essere molto crudele. Una storia di politici senza scrupoli e amici fedeli, di confessioni improvvise e segreti infamanti, un caso che ha fatto molto parlare ma che adesso sta per spegnersi, ingoiato da altri clamori”.
Anche il pubblico alla Ubik è rimasto affascinato dal racconto e da come l’autore lo ha vissuto. La voce dei due personaggi e di Cetti Curfino in particolare si è come “canalizzata” in Maugeri, come in una nuova esperienza pirandelliana.

“Ho prestato orecchio. La storia è venuta fuori da sola – ha detto Maugeri nella conversazione e poi anche ai microfoni de l’Immediato -. Per me è stata una ricerca emotiva entrare nel personaggio femminile di Cetti Curfino perché lei ha vissuto dentro di me, ho prestato le mie emozioni e la mia emotività nell’ambito di una vicenda molto dolorosa e forte. Ho prestato le mie conoscenze anche all’altro personaggio, il giovane giornalista, che fa un’indagine sulla situazione del carcere. Il personaggio si è imposto, aveva voglia di emergere e io ho dovuto assecondarlo. Per me è stata una scoperta, mi sono trovato a dover raccontare un’esperienza che mi è estranea, cercando di entrare nella dimensione di Cetti Curfino. Spero di esserci riuscito, è un libro forte e il riscontro dei lettori è molto incoraggiante, percepiscono la forza emotiva di Cetti. È un personaggio che rimane dopo la lettura”.
Il libro è un mix di stili, con grosse parti dedicate ad un epistolario. Ma Maugeri evita il “grammelot” siciliano di Andrea Camilleri. “Curfino è una donna di scarsa cultura, molto ignorante, avendo la necessità di scrivere la sua storia attraverso una lettera che lei scrive al commissario di polizia che l’ha arrestata, scrive anche sbagliando. È venuto fuori un impasto linguistico che io chiamo CettiCurfinese che nasce dal fatto che lei storpia alcune forme espressive siciliane e alcuni modi di dire molto noti. Questo linguaggio al suo interno ha però delle sue regole, c’è questa esperienza di scrittura che da un lato discende dalla volontà di dare spazio alla voce interiore e dall’altro di renderlo sulla carta”.
Con le lettere di Cetti Curfino, Maugeri entra in una dimensione importante del carcere, quella della scrittura, che, come ha spiegato Graziano, autrice di Colpevoli, il libro di testimonianze dei detenuti, è sempre molto presente in cella. Tra una nuova narrazione dell’io e l’autoterapia, che conduce spesso ad un processo di formazione e di rinascita, l’approccio autobiografico in carcere è una proposta di cura educativa, che accompagna ad una diversa presenza nel mondo.
“Il carcere l’ho immaginato, il personaggio è del tutto inventato: sono curioso dell’incontro con i detenuti – ha ammesso Maugeri -. Sono entrato nella pelle del personaggio. I messaggi che mi arrivano sono incoraggianti. Il personaggio è dolente a lei i lettori pensano anche quando il libro finisce. Nella scrittura succede una specie di magia, si attinge alle vibrazioni emotive della detenuta”.
Il romanzo è anche una grande riflessione sulla condizione femminile. Cetti ha vissuto degli episodi che l’hanno segnata e che nel testo sono collegati a 6 canzoni di John Lennon. 6 brani per altrettante sezioni del romanzo.