Puglia, il Consiglio regionale boccia pdl su piena attuazione legge 194. Amarezza a sinistra

In ballo ci sono gli interessi dei medici obiettori. Agli Ospedali Riuniti di Foggia sono solo due i ginecologi e chirurghi che la applicano

C’è amarezza a sinistra per la bocciatura di quest’oggi in Consiglio regionale della proposta di legge di Sinistra Italiana in materia di piena attuazione della legge 194/78. PD, liste civiche di Emiliano, centrodestra e Movimento Cinque Stelle hanno detto no alla proposta di Mino Borracino, esterno alla maggioranza Emiliano. Il consigliere regionale nella sua nota è molto schietto. In ballo ci sono gli interessi dei medici obiettori. Agli Ospedali Riuniti di Foggia sono solo due i ginecologi e chirurghi che applicano la legge.

“A quarant’anni esatti dall’approvazione della legge sulla “maternità consapevole”, il partito trasversale degli anti-abortisti composto da tutti coloro che non hanno mai rinunciato a voler decidere sul corpo e sulle scelte di vita delle donne, ha nuovamente battuto un colpo, affossando in Consiglio Regionale la mia proposta di legge che si proponeva soltanto l’obiettivo di dare concreta e piena attuazione, in Puglia, ad una disciplina che in realtà viene troppo spesso e costantemente disattesa – ha detto Borracino -. E che sia così è emerso con chiarezza nel corso delle audizioni, su questa proposta di legge, che si sono svolte in Commissione Sanità, nel corso delle quali abbiamo potuto riscontrare come in tutte le ASL pugliesi scarseggino i medici non obiettori, dal momento che ben il 90% del personale sanitario della nostra regione si dichiara obiettore di coscienza, rendendo di fatto impraticabile l’esercizio di un diritto quale quello della interruzione volontaria di gravidanza. E così moltissime donne che legittimamente intendono abortire sono costrette ad andare all’estero o a ricorrere a cliniche private, alimentando il business della sanità a pagamento. Da più parti sono stato accusato di voler utilizzare strumentalmente questo argomento a fini meramente propagandistici. Chiunque ha seguito il dibattito consiliare può rendersi conto che è l’esatto contrario: lungi da me ogni tentazione ideologica, ho solo cercato di mettere al centro un problema che esiste (la grande difficoltà con cui si procede alle interruzioni volontarie di gravidanza in Puglia, come certificato dai numeri) provando a fornire una risposta concreta. E che questo fosse il mio intendimento è anche dimostrato dal fatto che nel corso della discussione della pdl in Commissione ho proposto io stesso modifiche ed emendamenti che andassero incontro ai suggerimenti avanzati dalle altre forze politiche in modo da depurare il testo da ogni retaggio ideologico. Ma la verità è ben altra: è stato il partito trasversale degli anti-abortisti che gioca sulla vita delle donne e alimenta il business degli aborti a pagamento a voler sventolare una bandiera ideologica, rinunciando a confrontarsi effettivamente sul merito di una questione così delicata”.

Il Presidente Michele Emiliano al momento del voto ha lasciato l’Aula. “Non resta che la delusione per una grande occasione persa per la Puglia e l’amarezza per lo schiaffo che il Consiglio Regionale ha voluto assestare a tutto il mondo delle associazioni femministe e per la tutela dei diritti civili che avevano sostenuto questa mia battaglia. Una battaglia che, sia chiaro, non si fermerà”, ha concluso Borracino.

Si difendono i pentastellati e giustificano la loro decisione.  “Abbiamo deciso di astenerci perché, come abbiamo ribadito in più occasioni, questa è una legge inutile che chiede di far rispettare un’altra legge già esistente. Qui non è in discussione il diritto all’aborto ed è questo che bisogna chiarire a tutti, qui è in discussione questa legge che non ha senso di esistere se non per permettere a qualcuno di fare delle facili strumentalizzazioni su di un tema tanto delicato per le donne e per le famiglie. Piuttosto che impegnarci nel promuovere un’altra legge ridondante che garantisce un diritto già esistente per le donne, dobbiamo impegnarci a garantire la presenza di medici obiettori e non obiettori nei presidi ospedalieri e lavorare alla base su informazione, comunicazione e assistenza. Non a caso abbiamo presentato una mozione in merito che avrebbe potuto davvero generare dei riscontri operativi sul territorio. Una mozione che abbiamo proposto anche questo pomeriggio di sottoporre all’aula per farla sottoscrivere a chi lo avesse ritenuto opportuno, una possibilità che non è stata neanche presa in considerazione. In ultimo non possiamo non stigmatizzare ancora una volta il comportamento dell’assessore alla Sanità Emiliano assente sempre durante le discussioni in Commissione su questo tema e che oggi è andato via dall’aula proprio prima di esprimere il proprio voto”.

Forte la posizione dei giovani della Rete della Conoscenza, che si scagliano contro Franco Landella, che si è fatto fotografare in fascia tricolore con il furgone degli antiabortisti Pro Life. “Nella nostra provincia i medici non obiettori sono appena 4. Più volte, insieme alle realtà sindacali e del mondo dell’associazionismo presenti sul territorio abbiamo sollecitato il presidente della Regione a prendere provvedimenti di fronte a questa situazione”, dichiarano dalla Rete della Conoscenza Foggia- “Anche la direzione generale degli Ospedali Riuniti di Foggia si è mostrata disponibile a parlare della situazione di ingiustizia che si è creata ed elaborare una soluzione.Riteniamo oltraggioso che il sindaco di Foggia Franco Landella oggi abbia diffuso una fotografia che lo ritrae in fascia tricolore con alle spalle un camion promozionale della campagna di ProVita contro l’aborto: una chiara presa di posizione di un rappresentante delle istituzioni locali, una chiara provocazione nel quarantesimo anniversario dell’emanazione della legge 194, che non viene di certo risolta dalla successiva rimozione della fotografia, a seguito delle critiche ricevute da più parti”, osserva il Sindacato Studentesco.



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