L’elettore medio pentastellato è deluso. “Voto subito”, il sentimento che anima il M5S

Senatore foggiano, Pellegrini: “Speriamo di poter tornare presto alle urne per dare all’Italia un governo capace e legittimato dal voto popolare”

Secondo i sondaggi di Index Research lo stallo sta penalizzando il Movimento 5 Stelle, le intenzioni di voto hanno, infatti, subito un lieve calo rispetto ai risultati del 4 marzo. A due mesi esatti dalle elezioni politiche e archiviata ogni ipotesi di dialogo M5S-Pd dopo la Direzione nazionale dem, mentre Sergio Mattarella studia l’opzione di “un governo di tregua”, non mancano i quesiti sulla leadership del capo politico Luigi Di Maio. Nel Pd locale solo l’onorevole Michele Bordo ha dichiarato che la bocciatura dell’ accordo con i pentastellati è stata un grave errore. Ma il voto anticipato per lui rappresenterebbe la fine della sua esperienza politica alla Camera, dopo 4 legislature e circa 15 anni di permanenza nei banchi di Montecitorio.

Il Movimento 5 Stelle ne esce rafforzato o indebolito dai veti e dalla politica dei due forni? Luigi Di Maio non ha forse mostrato tutta la debolezza della sua giovane età? “Gli attivisti sono compatti nella figura di Di Maio, e anzi, auspicano il ritorno alle urne a questo punto – rispondono a l’Immediato dallo staff regionale a 5 Stelle -. È più l’elettore medio ad essere scontento, poiché i cittadini vogliono risposte veloci, e comunque l’apertura al Pd è stata mal digerita dalla base. È per questo che per spiegare bene questo passaggio si è spinto addirittura Grillo a difesa di Di Maio con un post, idem Di Battista. C’è compattezza. Il punto è un altro. Conviene il ritorno alle urne senza prima una modifica della legge elettorale?”

La risposta retorica è: ovviamente no. È netto nella sua analisi il senatore foggiano pentastellato Marco Pellegrini (nella foto in alto con Rosa Barone) alla nostra testata web: “A mio parere il Movimento ne esce benissimo. Come al solito abbiamo fatto quello che avevamo promesso in campagna elettorale. Non avendo la maggioranza assoluta in nessuna delle due Camere, ci siamo relazionati con le altre forze politiche e abbiamo compiuto ogni sforzo per cercare  di realizzare il primo governo del cambiamento. Siamo stati gli unici a essere concreti e propositivi, a parlare di soluzioni che i cittadini chiedono da anni, a volere mettere le cose nero su bianco in un contratto. Agli altri questo non interessava, evidentemente. Abbiamo agito con  linearità, prendendoci tutta la responsabilità di una situazione causata da una legge elettorale che hanno voluto tutti, tranne noi. Non abbiamo mai parlato di nomi, di poltrone, di ministeri ma solo di programmi e problemi da risolvere e chiedendo alle forze politiche di sottoscrivere un contratto di governo in cui elencare tempi e modi con cui affrontare le questioni più urgenti per il nostro Paese”.

La politica dei due forni è stata dettata dalla realtà, secondo Pellegrini. “Nel centrodestra la condizione che hanno posto era che il Presidente del Consiglio fosse uno di loro e che dovessimo accettare Berlusconi in coalizione. Il Pd, invece, a parole non ha mai posto nessun veto su Di Maio candidato alla Presidenza del Consiglio ma poi è stato Renzi che ha posto il veto su tutto il Movimento 5 Stelle “al di là di chi fosse il premier”. In questi giorni è emerso chiaramente che sia Berlusconi e Renzi, sia Renzi e Salvini si sono sentiti in tutto questo periodo per sabotare qualsiasi possibilità di far andare al Governo il Movimento 5 Stelle. Hanno confermato che non hanno la volontà politica di fare gli interessi dei cittadini. Avevamo sperato che i partiti, con tutte le batoste che hanno preso in questi anni, avessero imparato la lezione e avessero capito che è finalmente arrivato il momento di dare delle risposte agli italiani, non perdendo tempo e risorse per fare le solite spartizioni di potere. Invece il loro cinismo e la loro  arroganza ha prevalso”.

Il voto anticipato è l’unica strada per Pellegrini. “Speriamo di poter tornare presto alle urne per dare all’Italia un governo capace e legittimato dal voto popolare”.