“I condizionamenti esterni della criminalità organizzata hanno arrecato grave pregiudizio per gli interessi della collettività e hanno determinato la perdita di credibilità dell’istituzione locale”. Lo scioglimento è stato deciso “per porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale”. Questi alcuni dei passaggi più significativi della relazione del prefetto di Foggia, Massimo Mariani che ha portato allo scioglimento per mafia del Comune di Mattinata.
Nel documento in nostro possesso, notificato nelle scorse ore ai consiglieri comunali (60 giorni di tempo per il ricorso al TAR), si parla diffusamente degli affidamenti a soggetti vicini al clan Romito, ritenuto egemone sul territorio. “Nel corso degli anni sono stati favoriti soggetti e imprese collegati direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. Diversi esponenti della compagine di governo e dell’apparato burocratico del Comune – alcuni dei quali con pregiudizi di natura penale – annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela o di affinità con persone controindicate o con elementi delle famiglie malavitose localmente egemoni”. Approfondiremo nei prossimi giorni ogni aspetto e vicenda riportati nella relazione, molti dei quali già trattati da l’Immediato nei mesi scorsi. Partiamo dagli affidamenti pubblici.
Bar, parcheggi e chioschi: tutto ai clan
Valore emblematico l’affidamento delle opere di realizzazione di un impianto sportivo (l’Immediato se ne occupò) aggiudicate a gennaio 2014 ad una società il cui socio e amministratore unico e il cui responsabile tecnico sono stretti parenti del noto capoclan, Francesco Pio Gentile detto “Passaguai”, luogotenente del clan Romito a Mattinata. Opere che avrebbero dovuto essere terminate a settembre 2016 ma ad oggi non sono state mai consegnate, risultano prive di certificazione di agibilità ma vengono comunque concesse a privati che ne facciano richiesta. In questa circostanza è emerso che il Comune non ha mai esperito alcun accertamento antimafia.
Stesso discorso per la gestione delle aree di sosta e parcheggio a pagamento senza custodia nel centro urbano per il periodo maggio-ottobre 2016. Servizio aggiudicato a un’impresa il cui amministratore unico (pregiudicato), annovera frequentazioni con pregiudicati locali. Stesso discorso per alcuni dipendenti della ditta affidataria vicini a personaggi di notevole spessore criminale.
C’è poi la concessione annuale del servizio di gestione di un’area destinata a parcheggio pubblico in una località ad elevata vocazione turistica. Alla procedura ha preso parte una sola ditta già concessionaria nei due anni precedenti, il cui titolare è ritenuto contiguo a un potente gruppo criminale. La ditta, inoltre, ha ottenuto il servizio con un rialzo irrisorio e risulta persino cancellata dall’elenco di imprese iscritte alla Camera di Commercio.
Segnalato anche un bar nell’area verde della villa, gestito da una società titolare di una concessione all’occupazione di suolo pubblico rilasciata nel 1995 il cui amministratore è un consigliere comunale, Angelo Totaro, del quale è stata documentata la vicinanza a un noto personaggio legato al clan dei Romito, ovvero Francesco Ciuffreda detto “Pasqualotto”, sostenitore della lista del sindaco Michele Prencipe.
Irregolarità altrettanto gravi e significative in riferimento a un’altra società concessionaria di un chiosco bar sito in un tratto di arenile di proprietà comunale, di fatto gestita dal pluripregiudicato Francesco Scirpoli contiguo a uno dei sodalizi territorialmente egemoni, il quale figura tra i dipendenti della società medesima formalmente amministrata da un suo stretto parente.
Nell’estate dello scorso anno la società che è solita noleggiare attrezzature da spiaggia agli avventori del chiosco in assenza della prescritta autorizzazione ha organizzato eventi in difformità dal titolo concessorio rilasciato dal Comune.
Tra le questioni presenti in relazione, anche l’area adibita a parcheggio realizzata in una zona protetta del Parco del Gargano, gestita dalla figlia e dal genero di Francesco Notarangelo detto “Natale”, uomo del clan Romito.
Emblematiche, inoltre, le vicende relative ai circoli ricreativi, ritrovo di pregiudicati e addirittura nel caso del circolo Casablanca, teatro di un tentato omicidio nei confronti del boss Gentile. Circoli chiusi su richiesta della Prefettura.
“Privatizzazione dei beni pubblici”
Nel complesso l’Amministrazione Comunale appare in più occasioni testimone passiva in altre protagonista delle vicende illustrate dalla Commissione. Nessuna iniziativa concreta è stata mai adottata per rimuovere le situazioni di infiltrazione malavitosa.
Negli anni si è verificata una sorta di “privatizzazione” di beni pubblici attraverso procedure prive di trasparenza amministrativa.
Gli interessi del clan mai intaccati
Mattinata, al pari di altri centri garganici, risente della presenza della mafia garganica, attraverso esponenti di rilievo del clan Romito. Questa presenza si è manifestata e continua a manifestarsi attraverso fatti criminosi eclatanti, quali gli omicidi o i casi di persone scomparse, vittime con tutta probabilità di lupara bianca.
Ma un’altra forma, attraverso cui si manifestano gli interessi malavitosi, ben visibile e percepibile per i poco più di 6000 abitanti della cittadina garganica, è la presenze diretta o indiretta dei predetti esponenti della criminalità organizzata in svariate attività economiche. Parimenti visibile e percepibile nella pubblica opinione di un centro di così modeste dimensioni è il fatto che queste attività economiche, come descritto dalla Commissione di accesso, non potrebbero certamente essere gestite se non vi fosse da parte dell’Amministrazione comunale, quanto meno una “disattenzione” nell’esercizio delle proprie attribuzioni.
È ben noto che la presenza delle organizzazioni mafiose grava pesantemente sulla vita sociale e politica delle comunità, con intrecci che possono limitarsi anche al semplice condizionamento laddove si registri una “tolleranza” o una “inerzia” da parte delle Amministrazioni locali nei confronti di certe condotte o attività: queste inerzie non comportano evidentemente una partecipazione attiva da parte degli amministratori o dei funzionari comunali alle attività, apparentemente lecite, delle organizzazioni mafiose, ma non per questo sono meno rilevanti, poiché su queste inerzie o su queste tolleranze si radica nella pubblica opinione locale la percezione della impunità e addirittura della inattaccabilità delle organizzazioni mafiose. Tale appare appunto il caso di Mattinata. La Commissione ha fornito un copioso materiale informativo in ordine ai collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata ovvero su forme di condizionamento di amministratori o dipendenti del Comune di Mattinata. È un dato di fatto che soggetti —anche di un certo rilievo politico – contigui, anche per motivi di parentela, con ambienti della criminalità organizzata si sono candidati nelle passate elezioni amministrative. Ne appare rilevante il fatto che gli stessi non siano risultati eletti, posto che, come pure ampiamente descritto nella relazione, gli interessi diretti o indiretti di OMISSIS, OMISSIS e di altri sodali del clan mafioso non sono stati certamente intaccati, in una linea di continuità con il passato. Il dato impressionante è certamente rappresentato dal fatto che in tutte le ditte o nelle vicende amministrative oggetto di disamina, ampiamente descritte, si registra, quale denominatore comune, la presenza, diretta o indiretta, degli esponenti della criminalità organizzata più e più volte citati, o di persone a loro vicine. Si percepisce, dall’esame della relazione una sorta di logica “spartitoria” tra i vari soggetti contigui o organici alla criminalità organizzata. Logica che non esclude ovviamente i parenti. Basti pensare alla madre e al padre delle conviventi, rispettivamente, di Scirpoli e di Gentile, entrambe assunte, quali ausiliarie del traffico, dalla ditta OMISSIS, appaltatrice del Comune. Un altro caso inquadrabile in “quella” logica è la vicenda delle strutture sportive, la cui protagonista è una ditta appartenente a stretti congiunti dello stesso OMISSIS. E, ancora, i parcheggi e i chioschi in località “Agnuli”, gestiti in una sorta di monopolio da soggetti, anche pregiudicati, gravitanti negli ambienti della criminalità organizzata. Tra questi non può non rammentarsi la struttura gestita, di fatto, da Scirpoli in località balneare, frequentata da pregiudicati, ma anche da soggetti appartenenti a passate amministrazioni comunali né va dimenticato che la sorella del boss è esponente politico di rilievo, a livello locale, oltre che partecipe di una società agricola di cui lo stesso è amministratore unico.