Ammazzato nel primo pomeriggio di oggi a Vieste, Giambattista Notarangelo, storico esponente del clan Notarangelo un tempo capeggiato dal cugino, Angelo “cintaridd” Notarangelo, quest’ultimo ucciso sul Gargano nel gennaio 2015. Giambattista, classe ’72, era solo nei pressi di una stradina fuori dal centro abitato di Vieste (località Palude Mezzane) quando i killer lo hanno raggiunto e freddato alle spalle scaricandogli addosso una decina di colpi di pistola. Ad avvertire gli investigatori ci ha pensato il proprietario del terreno che ha diffuso la notizia attorno alle 15e45. Sul posto è intervenuta la squadra mobile che indaga sull’accaduto. Non si esclude che l’agguato possa rappresentare una risposta al tentato omicidio di Marco Raduano, capo degli scissionisti e rivale dei Notarangelo. Un’altra pista, invece, porta a pensare ad un regolamento di conti interno al gruppo Notarangelo.
La vittima odierna, ricordiamolo, fu coinvolta e condannata nell’ambito del processo Medioevo contro il racket agli imprenditori turistici viestani. In quel procedimento Giambattista Notarangelo era implicato proprio insieme a Raduano e a “Cintaridd”. Al 46enne fu inflitta una pena di 7 anni e mezzo di carcere dalla Corte d’Appello di Bari per estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni dei titolari di un villaggio vacanze. Si trattò di una sentenza storica in quanto mai, fino ad allora, era stata riconosciuta in sede giudiziaria la mafia nel territorio viestano. Al momento, però, su Giambattista Notarangelo non gravava alcuna misura cautelare.