“Faccia d’angelo” l’ha scampata bella. Avevano il chiaro intento di ammazzarlo i sicari che ieri sera, attorno alle 20, hanno ferito il boss di Vieste, Marco Raduano, detto anche “pallone”. I carabinieri hanno repertato 5 bossoli di fucile calibro 12 sull’asfalto. I killer, forse due, lo stavano aspettando ma avrebbero sparato da distanza considerevole non riuscendo nell’intento di eliminare il capo clan. Per Raduano solo leggeri ferite a mano, gamba e fianco.
L’uomo, 34 anni, è stato poi trasportato nell’ospedale di San Giovanni Rotondo per le cure del caso. Ai carabinieri che indagano sull’accaduto non ha detto niente. Si sa solo che stava rincasando nella sua abitazione in località Scialara dopo aver fatto visita al suocero che abita poco distante. Raduano, in regime di sorveglianza speciale (deve restare in casa dalle 21 alle 7, ndr), stava dunque passeggiando ignaro che ad attenderlo ci fossero uno o forse due uomini armati di fucile calibro 12, l’arma maggiormente utilizzata dalla mala del Gargano per gli agguati mortali.
Proprio un fucile calibro 12 segnò la fine di Angelo “cintaridd” Notarangelo nel gennaio 2015, storico boss del clan omonimo. All’epoca Raduano era braccio destro del capomafia. L’uccisione di “cintaridd” diede il via a una lunga scia di fatti sanguinosi. Secondo gli inquirenti una vera e propria guerra di mafia tra i Notarangelo e il gruppo degli scissionisti capeggiato da Marco Raduano, indicato come nuovo boss del Gargano Nord. Una faida che costò molto cara anche ad Onofrio Notarangelo (fratello di Angelo) e probabilmente a suo figlio Pasquale, scomparso nel nulla lo scorso anno, ennesima vittima di lupara bianca nel promontorio.
Una mattanza durante la quale venne ucciso anche il 31enne Omar Trotta nel suo locale in pieno centro a Vieste. In pochi mesi si verificarono, inoltre, le morti di Vincenzo Vescera e Giampiero Vescera oltre all’agguato (fallito) ai danni di Girolamo Perna mentre era in auto coi figli piccoli.
Ieri è finito nel mirino anche “faccia d’angelo”, proprio nel giorno della grande manifestazione contro la mafia che si è tenuta a Foggia. L’agguato, inoltre, è avvenuto poche ore dopo una importante operazione dei carabinieri durante la quale sono finiti in manette per tentata estorsione proprio due uomini appartenenti al gruppo degli scissionisti, Vincenzo Langi e Gianluigi Troiano. I due, arrestati per atti intimidatori ai danni di un imprenditore edile di Vieste, sarebbero però “coinvolti in un giro ben più grosso”, secondo il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio.