Metodo mafioso riconosciuto in un processo alla malavita garganica. Dopo anni di battaglie, nella giornata di venerdì 14 luglio, la Corte d’Appello di Bari ha condannato Giambattista Notarangelo a 7 anni e mezzo di carcere per estorsione, aggravata dal metodo mafioso, a scapito dei titolari di un villaggio vacanze. Il processo è quello denominato “Medioevo” nel quale è emerso il sistema estorsivo dei clan di Vieste ai danni degli imprenditori locali. Fu proprio da quel procedimento che iniziò la sfilata in tribunale delle vittime del racket per denunciare il malaffare. E fu per “Medioevo” che nacque l’associazione Antiracket nel centro garganico.
Condannato in questo procedimento, anche il giovane boss Marco Raduano: per lui 7 anni di reclusione. All’epoca dei fatti, Raduano detto “pallone” era braccio destro di Angelo “cintaridd” Notarangelo, imputato per “Medioevo” ma morto ammazzato nel gennaio del 2015. Circa dieci le estorsioni spuntate dalla maxi inchiesta.
La decisione presa dai giudici baresi rappresenta un momento di assoluto rilievo nella storia della criminalità organizzata del Gargano se si considera che in passato l’aggravante del metodo mafioso era sempre caduta miseramente.