C’è preoccupazione per l’esito dei carotaggi effettuati nelle zone teatro di sversamento di rifiuti nel Foggiano. Ad accendere i riflettori sulla questione, i rappresentanti di Legambiente Circolo “Gaia” di Foggia.
“Secondo quanto emerge dall’inchiesta Black Land – dichiarano dall’associazione ambientalista – sarebbero state interrate oltre 300mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania in cinque discariche illegali, tutte concentrate in agro di Ordona e Cerignola, in località Cavallerizza, e in alcuni terreni di Apricena per un giro di affari di oltre 10 milioni di euro.
Le indagini ed i rilievi effettuati hanno rilevato la presenza di diverse tipologie di rifiuti, in particolare rifiuti solidi urbani non differenziati freschi (per i quali il processo di decomposizione non è ancora o è appena iniziato) e rifiuti solidi urbani in avanzato stato di decomposizione. Sono particolarmente maleodoranti per la presenza di elevati valori di Carbonio Organico Totale e vanno quindi smaltiti mediante impianti di trattamento termico. Sono stati evidenziati anche terreni e sabbie che, a contatto con tali tipologie di rifiuti, presentano valori analitici superiori ai limiti delle concentrazioni soglia di contaminazione per i siti ad uso commerciale e industriale, in alcuni casi, e per i siti ad uso verde pubblico, in tutti i campioni analizzati”.
L’inchiesta Black Land portò all’arresto di 13 persone per traffico di rifiuti. Questi soggetti finirono in manette per aver tombato e bruciato nelle campagne i rifiuti provenienti dalla Campania. Proprio ieri, nel prosieguo dell’indagine la Dia di Bari ha sequestrato beni e disponibilità finanziarie per 6 milioni di euro a Gerio Ciaffa, pluripregiudicato di Ordona, condannato in via definitiva alla pena di 3 anni e 9 mesi di reclusione.
“La Capitanata è diventata la terra dei fuochi – aggiungono da Legambiente -. Infatti nell’ultimo periodo altri roghi e sversamenti di rifiuti speciali sono avvenuti nel nostro territorio come dimostrano anche i fuochi di rifiuti avvenuti lo scorso anno a Foggia e sempre provenienti dalla Campania, in specie dalle province di Salerno, Caserta e Avellino. Chiediamo che per tutti i siti individuati si effettui il monitoraggio del suolo e dell’acqua e che si proceda rapidamente alla bonifica, alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti presenti, destinandoli a discariche per rifiuti non pericolosi o ad impianti di trattamento termico, ricordando che l’interramento di rifiuti è stato effettuato in zone immediatamente adiacenti a zone agricole coltivate.
Bisogna cercare di limitare il più possibile l’impatto ambientale derivante dallo stazionamento ulteriore dei rifiuti in situazioni assolutamente non idonee.
Ancora una volta Le Ecomafie l’hanno fatta da padrone, hanno contribuito ad inquinare, avvelenare, distruggere il nostro territorio. Legambiente continuerà a lottare per impedire che alcuni (i mafiosi) si arricchiscano ed altri muoiano a causa dell’inquinamento. Staremo attenti che le Ecomafie non si interessino anche della bonifica altrimenti ci guadagneranno 2 volte. Dobbiamo evitare di lasciare alle generazioni successive un territorio avvelenato e che procura morte e tumori – concludono – pertanto insieme ai cittadini dobbiamo vigilare per evitare che le ecomafie continuino a fare affari sulla pelle dei cittadini”.