Il fenomeno delle “baby gang” si fa pericolosamente largo in numerose realtà italiane. Lo sanno bene i membri della “Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali” che nell’ultima relazione hanno affrontato l’argomento anche con riferimenti alla provincia di Foggia. Focus su San Severo, piazza che negli ultimi mesi ha fatto registrare una preoccupante escalation di episodi con protagonisti ragazzi giovanissimi, spregiudicati e pronti a tutto anche per racimolare poche centinaia di euro. “Negli ultimi anni si è assistito ad una maggiore frequenza dell’impiego di minorenni nella perpetrazione di reati di tipo predatorio – si legge nel documento -, con un ulteriore abbassamento dell’età dei giovani autori, spesso ai limiti della imputabilità. Infatti, molte rapine a mano armata (effettuate con pistole, di regola giocattolo, o taglierini) ai danni di esercizi commerciali, o di passanti, sono state commesse da minorenni tra i 15 e i 18 anni i quali non sempre versavano in precarie condizioni economiche ma che, attraverso il ricavato dell’atto criminale, miravano a soddisfare piccole esigenze personali, tipiche dell’età, spesso sperperando nella stessa serata il denaro così ottenuto. Atti che, per un verso, costituiscono motivo di esaltazione per la sfida alle forze dell’ordine e, per l’altro, motivo di affermazione all’interno del “branco”. Ad esempio, a San Severo, dove si registra una radicata presenza della criminalità organizzata legata alla “Società Foggiana”, a febbraio 2017 sono state commesse tre rapine nello stesso pomeriggio. Due degli autori sono stati arrestati, in flagranza di reato, dopo la terza rapina: si trattava di due giovani poco più che ventenni ma i due complici, arrestati il 15 marzo 2017 nel corso di altra rapina a Torremaggiore, sono risultati essere due minorenni, nell’occasione armati di una “replica” di pistola, non proprio un’arma giocattolo”.
Nella relazione, i membri della Commissione hanno ricordato gli attimi concitati di quel giorno: “All’arrivo dei carabinieri, il minore, classe 2001, ha puntato la pistola contro il carabiniere. Solo la professionalità del militare ha evitato l’utilizzo dell’arma in sua dotazione. La vicenda delle tre rapine ha avuto un particolare clamore mediatico a seguito dello sciopero della fame effettuato dal sindaco di San Severo al fine di attirare l’attenzione sulla situazione dell’ordine pubblico in quel comune. L’ultimo di numerosi episodi è del 4 aprile 2017: un’altra rapina ai danni di una tabaccheria, anche in tal caso commessa da un minorenne classe 2000 e da un giovane classe 1999. Lo spirito di emulazione, il senso di appartenenza ad un gruppo delinquenziale, induce i giovani a fare, poi, il salto di qualità con il loro inserimento in contesti di criminalità organizzata dove vengono utilizzati inizialmente per compiti marginali, al fine di testarne l’affidabilità (ad esempio per assicurare i contatti tra gli associati, effettuare telefonate o richieste estorsive), per poi farli partecipare a crimini importanti quali gli omicidi“.
Un quadro poco confortante ma che allo stesso tempo ha fatto sì che venisse rafforzata la presenza delle forze dell’ordine nell’Alto Tavoliere. È la stessa Commissione ha rimarcarlo: “La risposta dello Stato non si è fatta attendere, anche per effetto dell’interessamento e delle iniziative di sensibilizzazione istituzionale della Commissione parlamentare antimafia: è stato aumentato il numero di uomini delle forze dell’ordine impiegate su tutto il territorio della provincia di Foggia ed in particolare nella zona di San Severo. È stato elevato, al contempo, il livello di professionalità degli investigatori con l’istituzione del Nucleo Prevenzione Crimine del ROS presso il Comando provinciale dei carabinieri di Foggia e con l’assegnazione di 15 unità specializzate nelle indagini contro la criminalità organizzata, infine è stato istituito il Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato nel comune di San Severo”.