Ha creato sconcerto l’intervista rilasciata alla nostra testata web dall’imprenditore Tito Salatto. I dirigenti di Liberi e Uguali e tra questi Mario Nobile, segretario provinciale Sinistra Italiana-LiberiEUguali con Pietro Grasso, per alcuni giorni si sono interrogati sul senso delle parole del tycoon sulla candidatura della direttrice d’orchestra Gianna Fratta.
“In una intervista, per altri versi anche interessante, Potito Salatto esprime il bizzarro giudizio che la candidatura di Gianna Fratta per LiberiEUguali nel collegio proporzionale Foggia-Barletta sia “incomprensibile […] e dal punto di vista di chi gliel’ha proposta e dal suo che ha accettato”, osserva Nobile in una replica a l’Immediato.
“Poiché rientro tra i primi, e mi sembrava chiarissima la ragione, provo a chiarirla a Salatto e a quanti ne condividano il pensiero al proposito”, prosegue. E chiarisce: “Noi abbiamo voluto, in un collegio difficile ma non impossibile nel caso di risultato positivo per la lista, una persona nuova, estranea al ceto politico consolidato; una persona che avesse portato alto il nome di Foggia nel mondo non per le nostre disgrazie e manchevolezze, ma per la qualità professionale; una persona che, originaria dei Monti Dauni, non avesse nascosto le sue origini, come per altre è accaduto in passato; una persona che avesse dimostrato con i fatti negli anni scorsi di essersi impegnata per la sua comunità, creando tante occasioni di approfondimento culturali e musicali, nel capoluogo come sui Monti Dauni o sul Gargano; una persona che si fosse dimostrata capace di portare finanziamenti sul territorio della Capitanata, a vantaggio di tutti/e anziché di una cordata politico-economica; una persona, insomma, che avesse dato dimostrazione del fare per i molti e le molti, non per i pochi e le poche, e anziché del lamento senza costrutto. I riscontri positivi che stiamo avendo dimostrano che molte e molti hanno compreso. Il dott. Salatto ha avuto occasione di conoscere le capacità di Gianna Fratta non solo come cittadino, ma anche come amministratore quando era assessore comunale alla cultura, avvantaggiandosene per la comunità. È la sua, dunque, la posizione che risulta incomprensibile”.