“Landella sta lasciando cambiali alla città, organizza conferenze stampa per concerti e spettacoli in una fiera di spese pazze, senza informare la comunità del dissesto a cui si sta andando incontro. Il nostro Comune si sta esibendo in un’inopportuna serie di eventi e trick track per festeggiamenti che non sono coerenti con le casse comunali”. È spietato il capogruppo dei Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero in una lunga conferenza stampa sull’ultima relazione della Corte dei Conti, che ha in oggetto la verifica del rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano di riequilibrio finanziario per il secondo semestre del 2016.
Le osservazioni del magistrato istruttore, se lette nel dettaglio, appaiono senza scampo per il Comune di Foggia, benché il dirigente Carlo Dicesare si sia detto tranquillo ai nostri microfoni. Al V monitoraggio contabile l’attività di riaccertamento si concentra su innumerevoli punti critici. Il rapporto tra gli impegni di spesa e la previsione di pari è sballato ad un 122,30%.
Passività
Le passività pregresse, da non confondere con i debiti fuori bilancio, pari a 2,092 milioni nella previsione di piano sono state al 31/12/2016 2,559 milioni e sono serviti a finanziare voci diverse, tra cui anche i debiti fuori bilancio. Questi ultimi nel piano sono pari ad un totale di 18,72 milioni, di cui 8,7 milioni fissati per la controversia della curatela fallimentare Amica, 3 milioni per la fornitura delle utenze, 2,257 milioni per i rapporti di locazione, 4,224 milioni per l’esecuzione di opere pubbliche e 505mila euro circa per il contenzioso Ici. Si sa che il debito fuori bilancio Amica potrebbe ammontare a 57 milioni, secondo le stime della curatela, ma anche per utenze e locazioni il Comune ha speso già 11,8 milioni di euro a fronte di complessivi 10,3 milioni previsti per il periodo 2013/2016 e 5,2 milioni per utenze e locazioni che era il costo previsto per la durata decennale del piano. Il contenzioso Amica da solo è sufficiente a pregiudicare il buon esito dell’intero piano di riequilibrio, ma anche la somma di 8,7 milioni inscritta per entrare nel Salva Enti non è più disponibile.
Forniture
Il dato di cassa inoltre, secondo Mainiero, va visto nella sua dinamicità. Emergono gravi debiti per forniture elettriche e dell’acqua. Un nuovo debito deve essere riconosciuto alla Gala spa per l’illuminazione pubblica pari a 825mila euro e un altro nuovo debito vien fuori con Aqp per ben 3,5 milioni per fattire pervenute all’ente dal 2015 al 2017. In era Landella. “Queste nuove poste non emerse in precedenza, contribuiscono a rendere ancora meno attendibile il maggior ripiano del disavanzo ed erodono ulteriormente la già calante disponibilità di liquidità dell’Ente”, si legge nelle osservazioni.
È ancora alta la posta per contratti e locazioni per l’emergenza abitativa, di cui non si conosce il vero ammontare, tra debiti e passività correnti. A debiti sempre crescenti non corrispondono sensibili risparmi della spesa corrente e sufficienti entrate. Il Salva Enti imponeva insieme ad una rigorosa revisione della spesa, la riduzione della spesa del personale e delle spere per erogazioni di servizi. Ebbene, in questi tre anni di amministrazione Landella – ha detto Mainiero leggendo le carte – il Comune ha ottenuto ottimi risultati sul personale, grazie al pensionamento di moltissime unità, ma non ridotto la spesa per prestazioni e servizi. Anzi un forte incremento si è avuto nel 2015 rispetto al 2014.
La liquidità in termini statici ammonta a 46,287 milioni nel 2016, ma è in decremento rispetto al 2015 con un -4,39%. La sofferenza della cassa è confermata dall’allungamento dei tempi di pagamento, che dai 35,50 giorni del 2015 si è accresciuto fino a 74,85 giorni nel III trimestre del 2017.
Cash flow
Non bisogna mai dimenticare che l’Ente dispone di liquidità “solo perché beneficiario delle anticipazioni ottenute dal piano”, da restituire in 30 anni con gli interessi. In questo contesto non risultano positivi i dati sullo stato di riscossione dei tributi. L’articolato contenzioso con il concessionario Aipa Mazal non ha aiutato e non si sa come funzionerà il nuovo, Adriatica srl. La Corte dei Conti inoltre ritorna su quei 40 milioni di titoli dispersi dalla gestione dell’ex concessionario Gema. “Non risulta chiaro in quale anno tali crediti sono stati accertati e da quale anno gli stessi potevano essere riscossi”, scrive il giudice, lasciando la questione appesa.
Patrimonio
Fallimentare anche la procedura di dismissione dei beni immobili. Nel piano è prevista per il 2016 l’alienazione di 7 immobili, di cui ancora non è stata definita la stima di vendita. Addirittura manca ancora l’inventario aggiornato, a cui da tempo starebbe lavorando il segretario generale Maurizio Guadagno. “L’aggiornamento dell’inventario potrebbero condurre alla ulteriore individuazione di alloggi abusivamente occupati, di canoni non pagati e di utenze formalmente intestate al Comune ma effettivamente utilizzate da terzi”. La Corte cita tre situazioni: i 200 ettari di Borgo Incoronata , il Parco Grilli e il patrimonio immobiliare sul quale vige la convenzione Assori. Del bubbone delle partecipate, Mainiero ha fin troppo parlato in questi anni di sua opposizione.
Il consigliere si è concentrato anche sulla serie di criticità sulla spesa per servizi individuali, che hanno una copertura bassa specie per l’asilo nido, gli impianti sportivi e il trasporto scolastico.
Le conclusioni sono agghiaccianti. La situazione è molto più critica di quella che si presentava quando Gianni Mongelli sottoscrisse il Salva Enti. “La massa passiva da ripianare, inizialmente quantificata in circa 122 milioni di euro, ammontava effettivamente ad almeno a quasi 200 milioni di euro”, è il verdetto. “Il nostro piano risulta insostenibile perché sottostimato”, è l’analisi di Mainiero, che ricorda anche il non riconoscimento di debiti per Lavori Pubblici per 4 milioni dell’amministrazione Mongelli, debiti che l’ingegner Paolo Affatato ha portato in Procura dentro un incartamento che risale alla gestione dell’assessorato dell’ex dirigente Fernando Biagini.
Lo stato di crisi di liquidità è critico: se solo una parte del contenzioso Amica fosse convalidato, da solo sarebbe in grado di pregiudicare l’Ente. Dei 57 milioni, il Comune ha proposto una transazione a 4,5 milioni, ma l’assemblea dei creditori non scenderà sotto gli 11 milioni.
“Il critico quadro finanziario accertato anche in considerazione della concreta possibilità di un ulteriore peggioramento della situazione per nuove passività o minori riscossioni di entrate induce a ritenere doverosa una limitazione delle spese alle sole spese obbligatorie”, si legge. “Siamo in assoluto disordine contabile dell’Ente”, conclude Mainiero, rispondendo anche all’intervista che Carlo Dicesare ha rilasciato a l’Immediato.