Aizza folla contro carabinieri, arrestato 52enne. In manette anche nipote spacciatore

Da sx, Compierchio e Lanza

Nella giornata di ieri, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cerignola hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di Giuseppe Lanza, classe ’93 e Vincenzo Compierchio, classe ’65, entrambi pregiudicati cerignolani. Il provvedimento, che oltre ai due malfattori è stato notificato ad altre sette persone, che sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla P.G., è stato emesso dal gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a seguito dell’aggressione subita dai militari dell’Arma la sera del 14 novembre scorso quando, sorpreso Lanza mentre era intento a spacciare marijuana e cocaina, ritrovata poi in un quantitativo minimo, erano stati accerchiati dai familiari per impedirgli di arrestare lo spacciatore, che era così riuscito a darsi alla fuga con una busta piena di stupefacente.

Durante l’aggressione, Compierchio, zio di Lanza, aveva aizzato la folla contro i militari, minacciandoli di grave conseguenze, e ricordando loro, al fine di intimorirli, un episodio accaduto due anni addietro, in cui lo stesso Compierchio, sempre durante un controllo a Lanza, che in quel periodo era ai domiciliari, gettò una pentola di acqua bollente sul viso di un carabiniere, che riportò ustioni di secondo grado.

Il giorno successivo, la sera del 15 novembre, a seguito di alcune perquisizioni domiciliari proprio nelle palazzine abitate da tutti gli aggressori, in un’area condominiale ad uso comune, i militari hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro una pistola semiautomatica perfettamente funzionante. Nella mattinata del 28 novembre, invece, i militari hanno tratto in arresto Mario Lanza, padre di Giuseppe, perché trovato in possesso di 3 fucili, tutti ben conservati e perfettamente funzionanti, nascosti tra le siepi di una proprietà dei Lanza a Borgo Libertà.

Per la gravità del fatto, per cui, per la sola resistenza a pubblico ufficiale aggravata, la pena va dai 3 ai 15 anni, e della disponibilità dei predetti soggetti di armi, il Giudice per le Indagini Preliminari, concordando con le investigazioni degli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia di Cerignola e con la successiva richiesta di misura cautelare della Procura della Repubblica, ha dunque emesso il provvedimento cautelare eseguito nella giornata di ieri.