
di ANTONELLA SOCCIO
Dalla scorsa settimana è in corso lo sciopero degli operai della ditta acquedottistica Florio Group, che si occupa degli impianti idrici e del servizio igienico sanitario fognario di Foggia e non solo.
La situazione nell’impresa del vecchio patron Floriano Florio con la governance del figlio Maurizio sta precipitando, secondo quanto raccontano i sindacati. In queste ore i lavoratori sono di picchetto davanti all’ingresso dello stabilimento in Via del Mare per impedire che la holding dismetta parte del patrimonio, perché il rischio è anche quello che gli imprenditori, padre e figli, vendano i mezzi.
Gran parte dell’organico è arrivato a ben 18 mensilità non retribuite. “Questa è una storia che va avanti da tanto tempo. Siamo stanchi di lavorare in queste condizioni, i titolari della ditta non sono presenti in sede in questi giorni, segno che non sono dei veri leader. Non comprendono che gli operai hanno da pagare tasse, mutui e in queste condizioni non riescono ad andare avanti”.
Era il settembre del 2015, quando ci fu un importante vertice in prefettura per discutere della situazione del Florio Group, che non aveva pagato ai suoi 120 dipendenti gli ultimi 4 mesi della gestione della nuova compagine societaria e i restanti 6 della vecchia azienda, la Florio Floriano&Figli. (da marzo 2014 ad agosto dello stesso anno).
I lavoratori anche in quel caso scioperarono, rivendicando il loro diritto al salario, sostenuti dai sindacalisti. Uno di loro, il segretario provinciale Filca Cisl Urbano Falcone, che dall’inizio dell’anno aveva seguito le vicende degli addetti della ditta fognaria, rilevò alla stampa che l’impresa avrebbe potuto contare su numerose e cospicue liquidazioni di pagamenti da parte degli Enti.
Nel 2015 ci fu l’impegno di numerose amministrazioni, tra cui anche quella foggiana, con l’assessore all’urbanistica del Comune di Foggia Ciccio D’Emilio, il quale nella sede prefettizia confermò che il Comune di Foggia non doveva più niente all’azienda per i lavori del nodo intermodale. Lo stesso accadde a Tremiti. L’impresa di Floriano Florio da oltre 20 anni lavora senza affidamenti o anticipazioni, a causa della segnalazione alla centrale rischi bancaria.
Davanti alla ex Prefetta Maria Tirone insieme ai rappresentanti dell’Abi, per risolvere gli annosi problemi bancari e creditizi che attanagliano la società, il gruppo aveva assicurato di star studiando un piano di rateizzazione per le sei mensilità che allora mancavano, relative alla gestione della Florio Floriano insieme ad un altro piano per quegli stipendi appesi e mai giunti nelle tasche dei lavoratori dopo l’avvio della ripulita holding.
Oggi si scopre però che non solo quelle mensilità non sono state recuperate ma se ne sono aggiunte di nuove, mai corrisposte. E i dipendenti si sono ridotti a 48 unità. Eppure, lo scorso settembre il Comune di Cagnano Varano ha liquidato alla ditta i lavori per il servizio temporaneo di ordinaria e straordinaria disostruzione della rete fognaria del centro abitato per il mese di agosto per un totale di 1,9 milioni di euro. Il gruppo inoltre vinse, come i foggiani possono riscontrare dall’inefficienza delle strade cittadine, la gara per i lavori di potenziamento, estendimento e risanamento delle rete idrica dell’agglomerato di Foggia, un appalto con importo a base d’asta di più di 10milioni di euro e vinto dal gruppo Florio – con un ribasso imponente – per 4,6 milioni di euro.
In questi mesi il sindacalista Urbano Falcone si era fatto garante della pace sociale nello stabilimento, laddove invece i rapporti tra il patron e Massimiliano Di Fonso dell’Usppi erano diventati molto tesi tanto che i dipendenti erano stati “invitati” a non rinnovare la tessera dell’Usppi.
“Tanti lavoratori si sono cancellati dal sindacato, pensando che la situazione si sarebbe presto sistemata, ma le mensilità arretrate sono diventate 18. Ormai il Florio Group va a ruota libera, è sull’orlo del fallimento. Non si può più giocare sulla pelle sui lavoratori, le dilazioni di pagamento non stanno funzionando. L’impresa paga con degli acconti ogni due o tre mesi, vive momenti difficili, tanti appalti sono dati in subappalto, mentre ad altre gare la ditta non partecipa neppure più”, spiega Di Fonso alla nostra testata web. Sono altri oggi infatti i players acquedottistici più rinomati. Dall’ex socio storico Simeone, numero uno di Confartigianato, a Vitulano, che ha appena vinto una gara da 4,5 milioni di euro ad Ischitella. All’Aqp il Florio Group ha perso terreno. Non è più monopolista nella gestione dei lavori idrici e fognari, ma sempre più deve dividere la torta con altri stakeholders del settore. Anche gli altri investimenti non se la passano meglio. Il Florio in Fiera deve all’Ente fieristico circa 12mila euro di fitto e cerca disperatamente un nuovo acquirente. Un tentativo per salvarne le sorti in extremis.