Preoccupa la situazione finanziaria dell’Amgas di Foggia e lo stallo creato dall’assenza di governance nella partecipata del Comune di Foggia. Lo scorso 19 aprile si è tenuta un’assemblea dei lavoratori con le Rsu di Ugl, Cisl, Cgil e le rispettive organizzazioni sindacali territoriali.
Dalla riunione sarebbero emerse diverse criticità. Anzitutto a preoccupare sarebbe soprattutto lo stato di salute economico finanziario della società che presenterebbe scarsa liquidità e diversi debiti con fornitori non saldati. Senza contare alcune mega consulenze, da 6mila euro al mese, affidate ad una professionista salernitana.
Tra gli allarmi più fondati vi sarebbe la condotta dell’attuale governance aziendale, risalente ancora ai commissari prefettizi, che continuerebbe ad esternalizzare servizi ed attività e ad affidare consulenze, appunto, che graverebbero in maniera pericolosa sulle casse dell’Amgas. Penderebbero sull’azienda del gas e delle reti una serie di cause giudiziarie che potrebbero divenire sentenze con condanne milionarie.
Tarda inoltre ad arrivare il cda, nonostante l’avviso pubblico e i 200 candidati idonei, selezionati dal campo largo progressista della sindaca Maria Aida Episcopo. L’amministratore unico, nominato dai commissari, “è dimissionario da dicembre ed è per lo più assente”, come riferiscono i sindacalisti. C’è insomma un clima pesante tra i lavoratori, che con spirito di sacrificio e dedizione continuano a garantire il servizio e l’incolumità pubblica alla città.
A parere dei sindacati, la carenza di organici al di sotto di quelli previsti dal Ccnl è arrivata “al limite massimo, ma anziché prevedere nuove assunzioni, l’attuale management dimissionario, senza alcun beneplacito dell’amministrazione comunale, ma comunque nel disinteresse della proprietà, avrebbe pensato di indire una gara di affidamento del Pronto intervento e reperibilità”.
Poi alcuni quesiti posti dalle sigle sindacali: “Quello che ad oggi rappresenta il core business aziendale viene dato all’esterno. Quali idee si hanno per Amgas? Si vuole forse spacchettare l’azienda per venderla ai privati? Quale mission c’è dietro questo disegno di gestione?”. Sono queste le domande che i lavoratori si pongono di fronte l’assenza di un piano industriale e di una visione manageriale.
Amgas regnerebbe, dunque, nella totale incertezza. “Ormai sono più di 2 anni che tale gestione ha cagionato più danni che risultati. Non si vuole perdere un’altra realtà del territorio, con il serio rischio di volerla svendere. Dall’assemblea è emerso unitariamente tra lavoratori e rappresentanti dei lavoratori e organizzazioni sindacali di Cisl, Cgil ed Ugl di indire lo Stato di Agitazione con relativa richiesta al prefetto”, spiegano i sindacati. Il prossimo passo potrebbe essere lo sciopero.