Mancano giovani medici, Foggia propone “patto” con Bari: “Insieme per garantire salute pugliesi”

di MICHELE IULA

Sulle scuole di specializzazione la Regione Puglia prova a metterci una pezza. Ma non sembra bastare. Il futuro dei giovani medici resta così in bilico in provincia di Foggia. La Giunta regionale, con un provvedimento recente, ha assegnato ulteriori risorse (aggiuntive rispetto a quelle statali) per le università di Foggia e Bari, sulla base del fabbisogno regionale di formazione specialistica dei medici, attraverso il finanziamento di 27 contratti. La spesa complessiva di quasi 3 milioni di euro, servirà per l’anno 2016/2017 e fino a copertura del quarto anno di corso (2019/2020) e per 8 contratti fino al quinto anno di corso (2020/2021).

Un risultato che è stato ricevuto con soddisfazione parziale dall’Ateneo di via Gramsci, perché non sono state risolte completamente le criticità evidenziate durante l’ultima audizione in commissione sanità. “I processi di accreditamento – ha spiegato la delegata del rettore, Rosa Prato – ha fatto emergere problemi con 7 scuole che non rientrano nei parametri. Di queste, almeno 4 potranno dispiegare effetti importanti sulla qualità assistenziale perché vanno a toccare strutture produttive che finora hanno determinato importanti risultati sul piano della mobilità attiva regionale”. Si tratta di oculistica (peraltro diretta dal preside della facoltà di Medicina, Nicola Delle Noci), chirurgia plastica, anatomia patologica e ortopedia (quest’ultima, tuttavia, negli ultimi tempi in difficoltà). “Ci sono attività speculari tra i due atenei (Foggia e Bari, NdR) – prosegue Prato -, per questo siamo convinti che bisognerà consorziarsi nelle aree critiche per non soccombere. Tutto questo, tenendo ben presente la necessità di autonomia delle realtà che continueranno ad essere sostenibili”.

All’esame del ministero ci sono attualmente 277 scuole, di cui 20 accreditate solo provvisoriamente. Il vulnus difficilmente superabile in questa fase è quello della carenza di docenti. Per ogni scuola, infatti, servono professori ordinari e non ricercatori. Attualmente, la carenza riguarda proprio 20 docenti. “Dodici hanno le carte in regola – chiosa la delegata di Maurizio Ricci -, avendo una dotazione organica al completo. Otto sono in sospeso. Il concorso nazionale ha messo in discussione un po’ tutto, per una ragione banale: i medici che si laureano in Puglia non è detto che si specializzino nella stessa regione”. La questione è ulteriormente complicata dall’ultimo riordino del settore, per il quale la competenza sull’argomento si è “duplicata” ai due ministeri, Miur e Salute), mentre fino a qualche tempo fa era appannaggio solo del primo.

Eppure, per regioni caratterizzate dai vincoli del Piano di rientro, con il blocco delle assunzioni e del turnover, queste figure hanno rappresentato finora una vera manna dal cielo, perché gli specializzandi sono stati una forza importante per reggere l’intero sistema sanitario. Agli Ospedali Riuniti di Foggia, per esempio, sono stati finanziati 9 contratti (sui 27 totali della Puglia) che si aggiungono ai 75 già in essere: geriatria, per malattie infettive, per la medicina legale, per psichiatria, per reumatologia e per urologia. Il resto, 18, servirà a finanziare il policlinico di Bari. La partita, tuttavia, non è chiusa. Resta da capire, sul piano strettamente politico, quale sarà la sorte delle scuole nella regione guidata da Michele Emiliano.