Era tra le autolinee più note in Italia. Presto però le corse della Marozzi potranno essere solo un ricordo. La società pugliese ha infatti comunicato ai sindacati l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per 85 dei 92 dipendenti diretti con la cessazione dei collegamenti su gomma dalla Puglia verso Roma, Siena, Firenze e Pisa. La ‘colpa’ è di Flixbus, la cui concorrenza ha prodotto “una forte contrazione di clienti e quindi di fatturato”.
“Per stare al passo con i competitor dobbiamo purtroppo attivare le procedure di mobilità” spiega Giuseppe Vinella, amministratore delegato di Sita Sud (società che controlla Marozzi, 14 milioni di fatturato) e presidente regionale dell’Anav. L’associazione nazionale autotrasporto viaggiatori associata a Confindustria, negli scorsi mesi aveva tentato di portare la questione in Parlamento, con una norma anti-Flixbus. Un provvedimento “contra aziendam” l’aveva definito Andrea Incondi, amministratore delegato di Flixbus Italia, prima inserito in extremis nel decreto Milleproroghe, poi l’associazione nazionale autotrasporto viaggiatori associata a Confindustria. “Un blitz in piena regola. Un atto gravissimo che, caso unico in Europa, prova a cambiare in corsa le regole del gioco”, l’aveva definito l’ad italiano dell’azienda leader nel trasporto passeggeri low-cost sui pullman verdi e arancioni.
Il rammarico dell’Anav, che con Vinella da mesi contesta la legittimità dell’operato di Flixbus, è palese: “Lo Stato – dice Vinella – ritiene in sostanza che dobbiamo tutti diventare una piattaforma, e ci trasformeremo in piattaforma”. Il riferimento ai costi bassissimi di esercizio di Flixbus che non ha mezzi propri e riconosce all’operatore che lo svolge 65 centesimi a km. Vinella evidenzia che per applicare i contratti nazionali il costo necessario è di 1,60 euro a chilometro. Sulla questione è intervenuta anche Maria Teresa De Benedictis, segretario regionale della Filt Cgil: “Servirebbe un intervento regolatorio a livello europeo. Le autorizzazioni per le linee di competenza statale devono essere date agli operatori che abbiano la proprietà di almeno un mezzo, e non invece a una piattaforma informatica che vende semplicemente servizi accessori”.
La replica: “Accuse infondate”
“Non possiamo in alcun modo accettare le accuse di Giuseppe Vinella e il suo tentativo di addebitare a FlixBus la causa delle difficoltà delle autolinee Marozzi, di cui abbiamo appreso da articoli di stampa, difficoltà che evidentemente sono tutte da ricercarsi all’interno della gestione dell’azienda pugliese. Vinella traccia un quadro del tutto parziale, dimenticando alcuni elementi fondamentali: il settore delle autolinee a lunga percorrenza è popolato da moltissime imprese (secondo l’Autorità di Regolazione dei Trasporti-ART solo in Italia sarebbero 145) molte della quali stanno aumentando i loro fatturati, migliorano i servizi e aumentano le linee. Le criticità di una azienda – che tra l’altro è parte del gruppo Sita Sud, gestore di diverse concessioni di trasporto pubblico locale per il quale riceve finanziamenti pubblici – non possono, quindi, essere addebitate a un sistema che è in espansione grazie ad alcuni sani elementi portati dalla concorrenza. E che il settore sia in forte crescita non lo dice FlixBus, lo dicono i dati: un recente studio del Politecnico di Milano parla di un forte aumento della domanda, confermato da un’indagine ART che attesta la crescita negli ultimi due anni nell’ordine di circa il 15-18%, riconducibile sia alla creazione di nuovi segmenti di clientela, sia alla sottrazione di passeggeri da altre modalità di trasporto e dalla mobilità privata, con potenzialità di crescita positive anche per i prossimi anni”.
“Detto questo – proseguono -, FlixBus ha da sempre appoggiato l’istituzione del tavolo di lavoro definito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con quello dello Sviluppo Economico, e finalizzato a individuare i principi e i criteri per il riordino della disciplina dei servizi automobilistici interregionali di competenza statale, un tavolo nel quale Vinella – nel suo ruolo di presidente di ANAV – sarà protagonista. È evidente che sia quella la sede opportuna per ridefinire le regole del settore, tenendo come sempre al centro la tutela dei viaggiatori e gli adeguati livelli di sicurezza del trasporto. Ma non vogliamo pensare che Vinella voglia strumentalizzare l’attuale situazione di Marozzi per condizionare proprio i lavori di questo tavolo: sarebbe irresponsabile.
Infine, è bene precisare che il compenso di ’65 centesimi a chilometro’ di cui parla Vinella e che FlixBus riconoscerebbe ai propri partner è destituito di ogni fondamento: chi lo sostiene mente sapendo di mentire, diffamando il lavoro della nostra azienda”.