
Carenza di docenti e questioni di ordine assistenziale sono alla base delle problematiche riguardanti le scuole di specializzazione sanitarie sulle quali la III Commissione presieduta da Pino Romano ha chiesto l’audizione dei rettori delle Università e dei direttori delle facoltà di medicina di Bari e Foggia per ottenere informazioni utili ad inquadrare le dimensioni del fenomeno ed individuare possibili soluzioni.
Con il turn-over ormai bloccato da oltre 15 anni, le scuole di specializzazione della facoltà barese hanno visto ridursi a poco più di 200 (dai 452 iniziali), il numero dei docenti impegnati nei 49 corsi, nove dei quali non hanno raggiunto i livelli di accreditamento, mentre altre due restano in sospeso. Tra le 11 scuole di specializzazione non attivate e per le quali l’Università di Bari è in attesa di conoscere le motivazioni, molte sono le specializzazioni fondamentali. Balzo in avanti hanno fatto registrare le scuole di specializzazione dell’Università di Foggia, il cui numero nell’arco di dieci anni è pressoché raddoppiato. Ma anche in questo caso i problemi sono sovrapponibili a quelli lamentati dall’ateneo barese perchè delle 19 scuole di specializzazione 7 sono in sospeso.
Rettori (Rosa Prato dell’Università di Foggia, Angelo Vacca pro Rettore dell’Università di Bari), e delegati dei presidi delle scuole di specializzazione, sia dell’Università di Foggia (dott.ssa Elisabetta Fortunato) che di Bari (prof. Ettore Cicinelli), hanno sottolineato come con un modesto intervento economico la Regione possa aiutare il sistema dell’istruzione universitario della formazione ad accompagnare verso la docenza e quindi ad occupare quei posti che i professori di ruolo lasciano per raggiunti limiti d’età, i numerosi ricercatori abilitati che i due atenei pugliesi annoverano. La commissione, su suggerimento di Nino Marmo, raccoglierà in una relazione le dichiarazioni per trasferirle alla giunta per gli atti di competenza.
“Assistiamo ad una morte lenta e silenziosa delle nostre scuole di specializzazione di Medicina – ha spiegato Marmo -. Se vogliamo fare sul serio e mettere in campo azioni concludenti, dobbiamo approvare una risoluzione che impegni la Giunta regionale ad interloquire con il Miur affinché si risolvano le criticità palesate dagli atenei pugliesi. Ed è questa la proposta che ho formalizzato in III Commissione stamane, approvata dai colleghi e condivisa dai rappresentanti del mondo universitario”. “La gravissima carenza di personale docente – aggiunge – anche a causa dei pensionamenti, ha determinato la paralisi di numerose scuole di specializzazione, per mancanza di un requisito essenziale. E così, sebbene ci siano ricercatori che potrebbero ben assurgere al ruolo di docenti, non è ancora possibile sostituire i professori in pensione, complice la cronica mancanza di risorse finanziarie. A cascata vengono progressivamente meno gli accreditamenti, con il risultato scontato della chiusura di scuole talvolta di importanza fondamentale per la formazione medica e per l’offerta erogata dalle nostre strutture sanitarie”. “Mi auguro – conclude Marmo – che la Commissione possa fungere da pungolo, con una risoluzione che impegni la Giunta a perorare degnamente la causa in sede ministeriale, non mortificando una realtà lusinghiera come quella degli Atenei del nostro territorio regionale”.