di ANTONELLA SOCCIO
“Questo movimento civico è in grado di produrre politica anche a livello di sintesi e non solo a livello di analisi? È capace di fare l’astrazione? Non dite sì a cuore leggero, non è una cosa semplice, le liste civiche hanno questo limite, hanno difficoltà a strutturare una visione complessiva del territorio. Siete sicuri che questo movimento non sia in grado di concepire 10 azioni che cambiano la storia del Mezzogiorno d’Italia, in modo da condividerle con il resto del Sud? Io penso che noi ci possiamo riuscire, soprattutto se questo processo politico verrà fatto con umiltà e senza pretendere la luna. A me piacerebbe che voi ragionaste col mio partito, ma ve lo dico con franchezza: il mio partito sarà all’altezza di ragionare con voi?”
Il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano ha concluso il suo intervento alla mega convention di Capitana Civica, dopo aver rigettato il “disprezzo” del tweet del Ministro Calenda e aver sottolineato il suo dolore per lo strappo di Pietro Grasso, con una serie di domande cruciali, che segneranno il futuro non solo del civismo, ma anche delle prossime elezioni Politiche dentro il centrosinistra. L’operazione di “ingegneria politica”, come l’ha chiamata il sindaco di San Severo e presidente della Provincia di Foggia, Francesco Miglio, è tutt’altro che facile. L’obiettivo, nella crisi generale dei partiti politici, è arginare la fuga verso il Movimento 5 Stelle, che in Fiera ieri è stato ancora bollato come “populismo”, “demagogia” e risposta alla “lacuna politica”.
La sfida del coordinatore Rosario Cusmai e dell’assessore regionale all’Agricoltura Leo Di Gioia insieme ai sindaci delle città più popolose, Antonio Tutolo di Lucera, Miglio appunto e Franco Metta di Cerignola, sta tutta lì: nello “smontare” le ideologie e puntare diritto sulle best practies, che passano per la tecnostruttura degli Enti (tutta schierata quella della Provincia, da Giovanni Dattoli e Denise Decembrino sino all’architetto Stefano Biscotti), per il sottogoverno regionale dell’Arif e dei presidenti di Sanitaservice Massimo Russo e di Arca Bari Pino Zichella, per le organizzazioni di categoria agricola e gli stakeholders di Confindustria, per i poli dell’informazione con i due Gianni (Mongiello e Mongelli) in prima fila, per i tecnici di fiducia, come l’ingegner Potito Belgioioso padrone di casa in Fiera e Michelangelo Marseglia del Consorzio Asi.
Ieri si è dimostrato che l’operazione civica non è solo amicizia di vertice, per appalti e finanziamenti, ma anche un bagno di popolo.
Ogni amministratore, in un salone dei congressi affollato da circa 2mila persone, con una mobilitazione senza precedenti, ha elencato le proprie buone prassi. Il sindaco di Peschici Franco Tavaglione ha ricordato la notte estiva della Protezione Civile, con le fiamme sulla Montagna Sacra. Pasquale De Vita ha rammentato la trasversalità e i rapporti umani, che accelerano i lavori e gli interventi, Pasquale Ciruolo, riconfermato per la terza volta alla guida di Panni, uno che spende per il dissesto idrogeologico più risorse di nessun altro, ha presentato “l’invenzione” della Rssa e dell’ospedale di comunità. “Essere civici a livello di pubblica amministrazione significa farsi volere bene dai cittadini. Come facciamo a stare tutti insieme in amministrazione, ex comunisti ed ex fascisti? Nessuno mi ha chiesto se sono di destra o di sinistra. Riconosco in Emiliano quello che aveva promesso: è il sindaco di Puglia ed io ad un sindaco chiedo che venga asfaltata una strada non se è di destra o se è di sinistra”, ha detto Franco Metta, che con La Cicogna come Tutolo con La Pagnotta, il civismo l’ha vissuto prima di Capitanata Civica.
La “lucida follia” dei civici si scontra ora con la strutturazione del movimento. “Non appariamo come la Madonna solo alle elezioni, noi ci siamo sempre” ha detto Rosario Cusmai, prima di dare un nome e un cognome, come nelle litanie laureatane, a tutti e 31 i sindaci presenti della Capitanata in sala. “La politica a dispetto di quello che si dice è altruismo, si dedica tempo e sogni alla comunità”.
“Ti abbiamo detto chi siamo, come ci siamo organizzati, ora dicci cosa dobbiamo fare”, è stata la battuta ad Emiliano di Leo Di Gioia, che già nel 2013 perse l’elezione al Parlamento con i civici del professor Monti.
Netta a l’Immediato l’analisi dell’avvocato Francesco Sisto, ex assessore a Bari nella prima Giunta Emiliano, coordinatore dei No Triv e referente di Legambiente: “È stato importante che Rosario Cusmai abbia scandito la presenza di tutti gli amministratori, c’è uno zoccolo duro di civismo qui in Capitanata, quello di Foggia è solo l’aperitivo, ma ci sono le bollicine. C’è stata la cementificazione, il civismo si sta irrobustendo. Il presidente dell’Anci pugliese è stato eletto grazie ai voti di Capitanata Civica, ora va soltanto modulata la loro azione, con una ramificazione all’altezza. I civici sono il primo tassello di un movimento meridionale e in Fiera abbiamo visto che hanno il gradimento dell’elettorato. I partiti ne dovranno tener conto nella compilazione delle liste e per le alleanze ai collegi uninominali. Da barese e simpatizzante di Leo Di Gioia posso dire che neppure a Bari si vedono tante persone ad una manifestazione politica, tanta partecipazione. Tutto questo si sposa con la Legge per la Partecipazione del Governo Emiliano”.
L’assenza degli altri assessori regionali o dei consiglieri regionali della civica del sindaco di Puglia è un segnale di freddezza? “I fratelli Pisicchio sono sempre stati lungimiranti e sapranno intravedere dove ci sono buone possibilità per fare politica”, la secca replica.