Psichiatria, a Foggia mancano 13 medici. “Situazione nera, non riusciamo a garantire servizi”

Sede Csm di Foggia

Seduta di audizioni in Commissione sanità, presieduta da Paolo Pellegrino, in merito alla situazione della Psichiatria in Puglia. Hanno partecipato ai lavori i rappresentanti delle associazioni dei pazienti psichiatrici (AFAOP, ATSN Speranza di Santeramo, Associazione 180 amici per la Puglia, AFTP, Genoveffa di Monte Sant’Angelo e ADASAM), la dirigente regionale della sezione strategie e governo dell’offerta Maria De Palma e i direttori dei dipartimenti di Salute Mentale della Asl BA (dott. Senisa), FG (prof Bellomo) e TA (dott.ssa Tarquinio delegata dalla dott.ssa Nacci).
Le criticità emerse dalle relazioni esposte dalle associazioni dei pazienti, in merito ai servizi prestati nell’ambito del territorio regionale nei confronti dei pazienti psichiatrici sono da ricondurre alla mancanza del personale medico e degli assistenti sociali, alla necessità di garantire il servizio erogato dai Centri di salute mentale almeno per dodici ore e di potenziare l’assistenza domiciliare, alla scarsa conoscenza dei servizi socio-sanitari, all’assenza di un programma personalizzato nelle strutture residenziali psichiatriche, alla inadeguata assistenza territoriale destinata ai servizi psichiatrici.
La dirigente della sezione regionale, Maria De Palma, nell’esporre il Programma operativo regionale nella parte che attiene la salute mentale ha assicurato che il Ministero si è espresso positivamente e che uno degli obiettivi principali prefissi è la sperimentazione della metodica del budget della salute, che funzionerebbe solo se più sezioni collaborassero insieme, coinvolgendo i settori, oltre a quello della sanità e del welfare, anche l’ambiente, l’agricoltura ed il lavoro. Questa metodica sarà trattata in collaborazione della nuova Agenzia regionale socio-sanitaria. Secondo i dati espressi dalla dirigente De Palma, stimati al primo marzo 2017, la residenzialità dei pazienti è alta, si attesta a 5,54 per diecimila abitanti, il numero dei posti letto fra accreditati ed autorizzati è stimato intorno a 2271 e la spesa del fondo di salute mentale è suddivisa per il 60% ai privati ed il 40 % al pubblico.
Da parte dei direttori dei dipartimenti di Salute mentale è emersa la necessità di reperire le figure professionali come psichiatri, psichiatri infantili, educatori e terapisti della riabilitazione, necessarie a coprire i turni di lavoro nei CSM nell’arco delle ventiquattro ore previsti. È forte la carenza di personale specializzato in psichiatria e a questo si aggiunge il rischio di chiusura delle Scuole di specializzazione, che potrebbero determinare una situazione molto più drammatica dell’attuale. Da qui la necessità di appellarsi al presidente della Regione Michele Emiliano al fine di intervenire sull’Osservatorio nazionale e sul Ministero per salvaguardare e potenziare le Scuole di specializzazione. Questo appello è stato accolto favorevolmente anche dal consigliere Cosimo Borraccino affinchè la Regione possa stilare un documento da portare all’attenzione in sede di Conferenza Stato-Regioni perché si possa giungere ad soluzione e scongiurare la chiusura delle Scuole di specializzazione in Puglia. 

“Le audizioni odierne in commissione – ha commentato il consigliere regionale foggiano Giannicola De Leonardis – hanno evidenziato criticità sempre più allarmanti intorno alla salute mentale in particolare, che registra una ormai cronica mancanza delle figure professionali (psichiatri, psichiatri infantili, educatori e terapisti della riabilitazione in particolare) necessarie a coprire i turni di lavoro nei CSM nell’arco delle ventiquattro ore – previste solo sulla carta -, con pazienti e familiari costretti a ricorrere quindi al Pronto soccorso, a strutture di lungodegenza o a incrementare la mobilità passiva verso strutture adeguatamente attrezzate in altre regioni. La relazione del prof. Antonello Bellomo, direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Foggia e docente di Psichiatria all’ateneo dauno, ha fotografato con nitidezza una realtà che rischia nell’immediato di diventare ancora più drammatica, con il possibile ridimensionamento e il rischio chiusura delle scuole di specializzazione nelle sedi periferiche (Foggia compresa), alla luce dei numeri richiesti: così al danno di mancate figure adeguatamente formate e necessarie, si aggiungerebbe la beffa della mancanza dei luoghi di formazione all’altezza delle esigenze e delle necessità. Un’ipotesi assolutamente da scongiurare, e che merita interventi e correttivi immediati a ogni livello, a tutela di cittadini fragili ed esposti al disagio mentale, e bisognosi di diagnosi, cure e assistenza attraverso un percorso terapeutico lineare e non tortuoso”.
“Per questo – ha aggiunto –  condivido pienamente e raccolgo il suo allarme, e l’invito al presidente Michele Emiliano e ai vertici regionali di intervenire sull’Osservatorio nazionale e sul Ministero per fornire gli indicatori di fabbisogno degli specialisti che servono per coprire i vuoti nelle rispettive piante organiche: non è possibile infatti, in un campo così delicato, abbandonare i pazienti e le loro famiglie, o affidarsi alla buona volontà e allo spirito di sacrificio e abnegazione dei professionisti che al Sert preferiscono il Centro di salute mentale, o accettano sedi di lavoro lontane rispetto ad altre più comode. Alla luce delle carenze emerse, le Scuole di Specializzazione vanno salvaguardate e potenziate, in particolare quella di Foggia, il cui territorio è quello che in Puglia presenta maggiori carenze di organico, che nemmeno chiamate dirette, manifestazioni di interesse e concorsi a tempo indeterminato riescono a colmare”.

Foggia resta indietro rispetto all’intera regione, nonostante gli sforzi del direttore generale Vito Piazzolla che ha provato a reclutare personale dalla graduatoria di Lecce, con scarsi esiti. “Si fa fatica a convincere gli operatori a raggiungere allocazioni difficili, penso a Rodi Garganico per esempio – ha commentato Bellomo a l’Immediato -. Il problema degli organici è diventato insostenibile, la carenza rispetto all’ultima dotazione organica è di almeno 13 unità. Per l’estate, attraverso una procedura a chiamata diretta, siamo riusciti a reclutare 3 medici, di cui 2 sono specializzandi. Qualche luce nel sistema c’è, per esempio abbiamo fatto partire il Centro territoriale per l’autismo, prima di Bari, ma non riusciamo a garantire una buona qualità nei servizi su tre sedi – Lucera, Cerignola e San Severo – per via della mancanza di neuropsichiatri infantili, terapisti ed educatori”.

I Centri di salute mentale della provincia sono passati da 12 a 6 ore, mentre negli Spdc a malapena si riesce ad organizzare i turni nei mesi successivi. Così, il personale è maggiormente esposto al cosiddetto burnout, effetto del carico di stress che aumenta notevolmente la possibilità di errore in servizio.  A questo si aggiunga la difficoltà dell’università a garantire i corsi. Ora anche l’Ateneo perde colpi per carenza di risorse: per formare le nuove leve bisogna garantire un certo numero di docenti, e pagarli. Senza risorse, il sistema si interrompe. Mettendo a rischio i servizi pubblici. In una fase storica in cui non esistono garanzie certe nemmeno nel privato sociale.