“Sulla vicenda quote latte Regione Lombardia denuncia l’atteggiamento della Puglia e chiede le dimissioni del presidente della Commissione Politiche agricole in Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Leonardo Di Gioia, alla luce di un tentativo dello stesso Di Gioia di rateizzare la sanzione di 26 milioni di euro comminata alla Regione Puglia in una rateizzazione di 20 anni, a valere sui Psr futuri”. A dirlo è l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che nell’ultima riunione della Commissione politiche agricole in Conferenza delle Regioni si è fermamente opposto alla proposta di un provvedimento destinato al ministero delle Politiche agricole, che presupponeva l’emanazione di un decreto. A beneficiare del dispositivo, su una multa da 71 milioni di euro, sarebbero state otto Regioni, tutte del Centro Sud, tranne il Friuli Venezia Giulia. “Di questi 71 milioni di euro di sanzione – riepiloga Fava – 26 milioni facevano capo alla Puglia. Ho detto no a una proposta che, col sistema del cofinanziamento, sarebbe pesata per 80-100 milioni di debito fuori bilancio da riconoscere, sulle spalle degli agricoltori, perché sarebbero stati spalmati sui Programmi di sviluppo rurale per i prossimi 20 anni. Fra l’altro, senza sapere ancora quale sarà la sorte dei Psr dopo il 2020”.
“Semmai avessi dei dubbi sulla necessità che Di Gioia si tolga di torno – afferma l’assessore Fava – questi dubbi sono confermati dall’ennesima dimostrazione una gestione arbitraria e di parte della Commissione. Mi chiedo cosa sarebbe successo se ad omettere i controlli sulle sanzioni sulle quote latte fosse stata la Lombardia anziché la Puglia? Cosa avrebbe detto il Pd?”. “Ci hanno accusato per anni di essere quelli che non facevano rispettare le leggi – prosegue il j’accuse di Fava – e poi alla fine a non rispettare le leggi sono state proprio quelle Regioni dalle quali, guarda caso, è fiorito il mercato della vendita o degli affitti delle quote, con modalità degne di interesse da parte di qualche inquirente”. “Scopriamo dopo anni che nella Regione dove non si facevano i controlli in seguito alle sanzioni dell’Europa, il coordinatore della Conferenza delle Regioni propone una rateizzazione ventennale degna della miglior tradizione di Aiazzone – attacca Fava – Oltretutto, cercando di utilizzare per il pagamento le risorse afferenti al fondo di solidarietà”. “Non so cos’altro debba succedere – si chiede Fava – per convincere i miei colleghi assessori dell’inadeguatezza di questo signore. Di certo io andrò avanti e garantisco battaglia fino a quando questo ‘equivoco’ non sarà risolto, nell’interesse di tutti gli allevatori e agricoltori del Nord, che hanno pagato pesantemente il rispetto delle regole e che oggi vedono prevalere la logica dei furbetti”. L’invito a rispettare le regole. “Regione Puglia – invita perentoriamente l’assessore lombardo – paghi immediatamente i 26 milioni di euro che deve all’Europa e dia un segnale di credibilità. Soprattutto, mi auguro che il giudice Emiliano convinca Di Gioia ad un passo indietro, per evitare ulteriori pessime figure in ambio nazionale ed europeo”.
Sulla questione è stato tirato in ballo anche il ministro Maurizio Martina. “In questi quattro mesi la coppia Di Gioia-Martina ha accuratamente evitato di affrontare il problema – accusa Fava -. Anzi, Di Gioia e Martina hanno colpevolmente insistito nel tentare di fare approvare un piano di riparto che prevedeva ancora i 22 milioni originari, a fronte del fatto che su quel capitolo ne fossero rimasti solo 7. La presa in giro solenne alla Commissione Politiche agricole”. Inoltre, aggiunge Fava, “la missiva che comunica alle Regioni la riduzione del fondo è datata 20 giugno (comunque 4 mesi dopo) ed è stata inviata alle Regioni intorno alle 13:30 del giorno 21, cioè qualche minuto dopo la fine dell’incontro che si è tenuto al ministero delle Politiche agricole e nell’ambito del quale nessuno ha fatto cenno alla questione”. Per l’assessore lombardo “è evidente il dolo, in quanto Martina e Di Gioia sapevano dei contenuti devastanti di questa modifica e hanno ritenuto non fosse utile affrontare il tema in un incontro al quale partecipavano tutti gli assessori all’Agricoltura del paese. Metodi, tempi e circostanze ci inducono a pensare che esistano due ipotesi. La prima è che l’affiatato duo Martina-Di Gioia per quattro mesi abbia tenuta nascosta la verità. La seconda, forse più grave, è che per quattro mesi non se ne siano nemmeno accorti o nessuno li abbia avvisati, al contrario di quanto accaduto per tutti gli altri dicasteri e che, una volta venuti a conoscenza del fatto, abbiano preferito evitare di assumerne le responsabilità politiche, demandando il tutto ad una comunicazione tra funzionari ministeriali e regionali. In entrambi i casi, credo sia stata scritta una pagina senza precedenti nei rapporti istituzionali di questo paese”.
“La verità – ha replicato l’assessore regionale pugliese all’Agricoltura – è che Fava è dispiaciuto, voleva entrare in Cda Ismea ma c’erano 19 voti contrari. Di questo taglio nessuna comunicazione è stata data alla nostra commissione e devo dire che anche il Mipaaf non ha avuto notizie di tutto ciò, dato che qualche mese dopo ci ha proposto di ripartire un fondo che di fatto era invece stato già decurtato. Qualche giorno fa – continua ancora Di Gioia – quando la notizia della decurtazione è stata notificata abbiamo avuto tutti sentore dell’insostenibilità del taglio. Sarà mia cura chiedere al ministro Martina un incontro sapendo che la soluzione a questi problemi si raggiunge con le intese e con il rispetto istituzionale”. Circa le dimissioni chieste da Fava infine Di Gioia riponde: “A me dispiace che Fava personalizzi nei confronti miei e di Martina la frustrazione per una situazione sicuramente complessa, ma da una persona della sua esperienza aspetto piuttosto iniziative volte a dare soluzioni e a non fare polemiche che non nascondono altro che il dispiacere per la sua mancata designazione da parte della conferenza delle regioni a componente nel Cda di Ismea”, conclude.