Favori tra ispettori e imprenditori a Foggia, sospesi 9 dipendenti pubblici

Dopo l’obbligo di dimora, ecco la sospensione dai pubblici uffici per 9 dipendenti pubblici coinvolti nell’operazione “Déjà vu”. Lo scorso mese di aprile, ricordiamolo, la Guardia di Finanza di Foggia, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Tribunale di Foggia, ha sottoposto agli arresti domiciliari un tecnico della prevenzione in servizio presso il locale Spesal nel ruolo di coordinatore, per i reati di falso, abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio, ed ha notificato la misura coercitiva dell’obbligo di dimora nei confronti di altri 12 pubblici ufficiali (4 in servizio presso lo stesso Spesal, 1 in servizio presso la Regione Puglia – Servizio Provinciale Agricoltura Foggia, 1 in servizio presso l’Asl di Foggia – Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione, 1 in servizio presso Asl di Foggia, coordinatore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica, 3 professionisti “formatori” per il rilascio del “patentino” per l’uso di prodotti fitosanitari, oltre ad un militare della Guardia di Finanza e ad un imprenditore attivo nel settore della formazione). Le accuse: falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d’ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio.

L’operazione ha preso le mosse da autonome investigazioni svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia nell’aprile del 2016 che hanno consentito l’arresto, nella flagranza del reato di “Induzione indebita a dare o promettere utilità”, dell’ingegnere Giorgio Amatucci sorpreso dai finanzieri nell’atto di intascare, all’interno della propria auto, una mazzetta di 10.000 euro per redigere una consulenza tecnica “favorevole” ad alcuni degli indagati, relativa alla morte di Alessandro Lattuchelli, avvenuta ad Apricena il 27 gennaio 2016. Con sentenza del 6 luglio 2016, Amatucci è stato condannato ad un anno di reclusione.

In un’ottica investigativa più ampia, gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno ritenuto di chiarire in quali circostanze si era arrivati alla nomina di Amatucci, professionista attivo ad Ascoli Piceno, quale consulente tecnico per l’accertamento della cause del decesso dell’operaio Lattuchelli.

Le conseguenti attività investigative, delegate dalla procura del capoluogo dauno, hanno evidenziato come il coordinatore dello Spesal di Foggia, il 50enne Antonello Curiale, sottoposto agli arresti domiciliari il 18 aprile scorso, abbia “deviato” attività ispettive finalizzate a verificare il rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro anche nella prospettiva di arrecare indebiti vantaggi di natura patrimoniale ai soggetti ispezionati. Gli esiti distorti delle attività ispettive svolte hanno peraltro “fuorviato” l’autorità giudiziaria nelle valutazioni e determinazioni di propria competenza. 

Secondo le evidenze acquisite alle indagini il tecnico della sicurezza dello Spesal di Foggia si sarebbe reso responsabile anche del reato di “rivelazione ed utilizzazione del segreto di ufficio” con riferimento ad attività ispettive svolte nei confronti di alcune attività commerciali correnti all’interno del centro commerciale “GrandApulia”, perfezionando nella circostanza, insieme ad altri due ispettori dello Spesal di Foggia, una serie di atti pubblici ideologicamente falsi.

Sono state poi accertate vicende penalmente rilevanti in relazione al rilascio di “certificati di abilitazione” (cosiddetto patentino) per l’acquisto, il trasporto e l’uso di prodotti fitosanitari, nell’ambito delle quali il tecnico della prevenzione ha svolto la funzione di “commissario di esame”, rilasciando insieme agli altri membri della commissione alcuni certificati di abilitazione a candidati non partecipanti alle prove di esame. La stessa attività formativa prodromica è risultata non svolta e ciò ha implicato la responsabilità penale dei pubblici ufficiali incaricati della relativa attività di docenza.

Dopo gli interrogatori previsti per legge, il Tribunale di Foggia, il 2 maggio, ha emesso ordinanza di applicazione della misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici, eseguita nella successiva giornata del 4, nei confronti dei 9 dipendenti pubblici già sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. 

L’interdizione dai pubblici uffici ha la durata di 12 mesi per il tecnico della prevenzione dello Spesal di Foggia, di 6 mesi nei confronti degli altri ispettori coinvolti nelle indagini, e di 3 mesi per i pubblici dipendenti interessati al rilascio dei certificati di abilitazione per il trattamento dei prodotti fitosanitari falsi.