
Già all’indomani dello smantellamento, alcuni cittadini africani, circa 150, erano rientrati nel Ghetto di Rignano. “Del posto letto non sappiamo cosa farne – avevano raccontato a l’Immediato -. Noi vogliamo lavorare e restare qui almeno per la stagione della raccolta del pomodoro”. Per questo, molti di loro in questi giorni stanno già ricostruendo alcune baracche. Altri, invece, sostano in zona a bordo di auto e roulotte. Situazione molto simile a quella di 20 anni fa, quando il ghetto iniziò a prendere “vita”. E il numero dei migranti presenti in quell’area potrebbe presto aumentare con l’avvicinarsi della raccolta del pomodoro. Dopo lo smantellamento sono stati individuati due centri per ospitare gli stranieri, Casa Sankara sulla SS 16 a circa 10 chilometri da San Severo e L’Arena, un’ex azienda agricola posta alla periferia del centro dell’Alto Tavoliere. Ma il grosso degli sbaraccati è stato dirottato proprio a Casa Sankara la cui gestione è in mano ad alcuni senegalesi. Fattore, questo, poco gradito ai cittadini maliani che lì proprio non vogliono starci, preferendo risistemarsi al Gran Ghetto o a Borgo Mezzanone. Cosa che puntualmente sta avvenendo.