Sono un paio gli stub eseguiti dai carabinieri per l’omicidio di Giuseppe Anastasio (u Iatton’), il 33enne freddato in via Taranto a San Severo nella notte tra sabato e domenica. Una decina, invece, le persone ascoltate finora ma gli interrogatori continueranno anche nelle prossime ore. Alcuni testimoni avrebbero sentito alcune urla prima degli spari. Un acceso diverbio tra vittima e killer prima dell’omicidio? Può darsi.
Durante le perquisizioni non sono state trovate armi e questo lascerebbe pensare che la vittima non temesse per la sua vita. Presto per parlare di piste privilegiate dagli investigatori. Di certo è tornata d’attualità la morte della piccola Stella Costa, bambina di 12 anni uccisa a causa di un proiettile vagante esploso da Anastasio il 18 giugno 2002 in via Milano. Il “rivale in amore” che Anastasio tentò invano di eliminare 15 anni fa è titolare di un’area di servizio situata alla periferia di San Severo, la stessa area di servizio colpita da tre colpi di fucile calibro 12 due sere prima dell’omicidio. I due episodi sono collegati? Su questo stanno indagando i carabinieri decisi ad escludere, invece, la vendetta familiare per la morte della 12enne.
L’altra ipotesi investigativa plausibile è legata al mondo dello spaccio di droga e all’operazione “Pink Lady” del 2014 che portò all’arresto di circa 30 persone, compreso proprio Anastasio. Il 33enne venne arrestato ad agosto di quell’anno in un camping di Foce Varano, dopo un periodo di latitanza, in quanto doveva scontare un anno e due mesi proprio per traffico di stupefacenti. Venne ammanettato mentre si apprestava a tuffarsi in piscina. Anastasio aveva già scontato 12 anni di reclusione per la morte della bambina. Il giovane, reo confesso, era stato giudicato col rito abbreviato.