“Nella notte tra sabato e domenica, ignoti, in totale assenza di senso civico e rispetto verso luoghi e persone, hanno inteso imbrattare i muri della struttura foggiana della Casa Divina Provvidenza indirizzando pesanti minacce ed ingiurie nei confronti di alcuni soggetti, tra cui gli imprenditori interessati all’acquisto dell’Ente in amministrazione straordinaria”. Ad intervenire sull’episodio delle minacce agli imprenditori Paolo Telesforo e Michele D’Alba è il commissario straordinario Bartolomeo Cozzoli, che precisa: “Non è la prima volta che il variegato mondo dell’illegalità prova ad inserirsi nelle vicende della Casa della Divina Provvidenza. La risposta sarà ancora una volta la stessa: barra dritta! Nelle prossime ore presenterò all’autorità giudiziaria ed alle forze dell’ordine un’altra denuncia contro ignoti, mentre è stata già attivata un’indagine interna, volta ad individuare i responsabili del misero gesto”.
Di Fonso: “Frutto delle bugie ai lavoratori”
“A pochi giorni dalla conclusione delle vendita dei complessi aziendali del Don Uva di Foggia, Potenza e Bisceglie, continuano le tensioni all’interno dei tre ospedali fra sigle sindacali, per chi vorrebbe un futuro certo delle opere del fondatore Don Pasquale Uva, e chi invece continua a raccontare frottole bugie, falsità ed invenzioni ai lavoratori, comunicando che la mancata vendita porterà alla continuità commissariale che potrà garantire una situazione immutata. Tutto ciò è completamente falso”. Con una nota il sindacalista dell’Usppi Massimiliano Di Fonso interviene sul caso: “Il commissario straordinario Cozzoli ha più volte smentito e più volte comunicato ai sindacati che qualora non si procederebbe per la vendita, non resterà che portare i libri contabili in tribunale per i fallimento”.
“Sappiamo e conosciamo bene le resistenze di alcuni sindacalisti che percepiscono il superminimo – continua -, e che stanno facendo l’impossibile per strumentalizzare ed usare i lavoratori come scudo sindacale per cercare di mantenere i propri interessi e non certamente quello dei propri iscritti e dei lavoratori tutti. Ci accingiamo a dire tutta la verità sulla vendita nell’assemblea sindacale di martedì 7 febbraio alle ore 11 nel Teatro del Don Uva, non possono patire i lavoratori che guadagnano poco più di 1200 euro al mese rispetto a coloro i quali ne guadagnano 4000 di euro al mese, non possiamo permettere a costoro di tutelare privilegi e condizioni economiche di disuguaglianza. Chi è per il fallimento esca allo scoperto, perché il futuro è dei lavoratori, e non di ‘sindacalisti mercenari’ che vogliono mantenere vantaggi e benefici a discapito dei lavoratori veri, quelli che buttano il sangue dalla mattina alla sera nei reparti per aiutare i degenti e gli ammalati.
Noi faremo le barricate contro il fallimento! Le condizioni offerte da Universo Salute quali la salvaguardia di tutte le unità lavorative, il mantenimento dell’attuale contratto di lavoro con il mantenimento dei livelli e delle fasce economiche, la deroga alla L.300/70 art.18, sono proposte che vanno obbligatoriamente accettate, perché nessun altro ha offerto tali garanzie.
Quindi chi auspica il fallimento si mettesse l’anima in pace, il Don Uva continuerà ad esistere e ad erogare servizi sanitari ai folli di don Pasquale ed ai malati ricoverati, ma soprattutto alla stragrande maggioranza dei lavoratori e delle loro famiglie che voglio continuare a portare il pane a casa”.
Telesforo e D’Alba fanno chiarezza: “Ecco cosa proponiamo”
“Il recente proliferarsi di comunicati stampa e articoli di giornale contenenti inesattezze e fatti non corrispondenti a verità sulla vicenda Don Uva – con particolare riferimento a quanto pubblicato da Bisceglie 24 giorno 4 febbraio scorso – ci impone di puntualizzare e precisare il reale contenuto della bozza di accordo sindacale da noi predisposta affinché ai lavoratori del Don Uva giungano le informazioni giuste e non viziate da interpretazioni falsate della realtà.
A) Mancata Conservazione degli “emolumenti” acquisiti.
In merito a quanto riportato da Bisceglie 24, ovvero che i sindacati Fials, Fsi, Ugl e Usb di Bisceglie lamenterebbero la mancata conservazione degli “emolumenti” acquisiti negli anni, occorre chiarire che la parola “emolumenti” si presta a spiacevoli equivoci. Sarebbe opportuno utilizzare i termini corretti, ovvero parlare di superminimi e assegni ad personam aggiuntivi rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale e a quanto percepito dagli altri lavoratori del Don Uva. Tale somme, che si discostano appunto dal contratto collettivo, riguardano solo un numero circoscritto di lavoratori, circa 200/300 unità rispetto ai circa 1600 occupati totali. Universo Salute, sin dal primo momento, ha dichiarato che il riconoscimento dei superminimi e assegni ad personam non erano compatibili con la sostenibilità economico finanziaria del rilancio del Don Uva.
B) Assunzione subordinata a visita medica.
Nessuna “subordinazione” extra legem è prevista dall’accordo da noi presentato. Le visite mediche sono rese obbligatorie dalla legge di riferimento per la verifica dell’idoneità psicofisica del lavoratore alla mansione prevista contrattualmente. Pertanto si ribadisce a chiare lettere che non vi è nessuna condizione sospensiva dell’assunzione del lavoratore a seguito di visita medica.
C) Dubbi sulla capacità economica di Universo Salute a soddisfare i crediti pregressi dei lavoratori.
Non sarà Universo Salute che dovrà soddisfare i crediti pregressi dei dipendenti del Don Uva, bensì la Casa della Divina Provvidenza in A.S. Infatti, in base al D.lgs. 270/99 il contratto tra cedente (CDP in A.S.) e cessionario (Universo Salute S.r.l.) stabilisce che “tutti i debiti sorti anteriormente alla data di efficacia del contratto, continueranno a competere e gravare esclusivamente sulla Congregazione e dovranno essere accertati in base alla procedura prevista dagli articoli 93 e seguenti della legge fallimentare.
In conclusione, l’accordo proposto da Universo Salute si basa essenzialmente su 3 punti:
1) Piena salvaguardia di tutti i lavoratori (sia a tempo determinato che a tempo indeterminato) in carico alla CDP in A.S. al momento della cessione, con stesso contratto collettivo, stesse qualifiche, monte ore e mansioni preesistenti.
2) Mantenimento articolo 18 e applicazione della disciplina ante JOBS ACT in caso di rapporto ex novo con ogni lavoratore.
3) Non presa in carico di quegli elementi della retribuzione eccedenti quanto previsto dai contratti collettivi nazionali applicati.
Per tutto quanto non espressamente previsto si farà invece capo alla normativa specifica di settore.
Tutto quanto sopra premesso, come già ribadito in innumerevoli occasioni in ogni contesto e tempo, pur augurandoci di addivenire alla conclusione della procedura con la firma dell’accordo da noi proposto da parte di tutte le sigle sindacali, se ciò non dovesse avvenire e all’ipotesi del fallimento subentrasse una via alternativa istituzionale che passi attraverso le Regioni di competenza, Universo Salute è disposta a fare un passo indietro nel primario interesse della tutela di tutti i lavoratori e della salvaguardia del Don Uva”.