Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia è partito nel peggiore dei modi, e ciò sta causando non pochi problemi a migliaia di imprese, soprattutto se queste sono situate in territori difficili come il Salento che sconta la fitopatia del disseccamento degli ulivi. Lo denuncia il consigliere regionale M5S Cristian Casili che accusa, in particolare, l’assessore al ramo Leonardo Di Gioia di non essere stato in grado di avviare adeguatamente lo strumento del PSR e di ripartire uniformemente le risorse per l’agricoltura biologica sul territorio regionale, penalizzando in particolar modo la provincia di Lecce.
“La macchina tecnico-politica è praticamente in cortocircuito – dichiara Casili -. Quanto è successo con la sottomisura 11.1 per l’agricoltura biologica, che prevede una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro per il quinquennio (6 milioni per ogni annualità), presentata ad aprile in pompa magna dall’assessore Di Gioia, rispecchia la mancanza di programmazione di un settore strategico per la nostra regione. Su un totale di 4058 domande, quelle accolte in provincia di Lecce, la più penalizzata, sono solo 37 su 742 complessive che ne avevano fatto richiesta”.
Le domande di presentazione furono chiuse a luglio e la graduatoria si è fatta a novembre, troppo tardi per consentire a tantissime aziende di limitare i danni e consentire loro di non pagare per intero l’organismo di controllo per le produzioni biologiche. Oltre al danno la beffa. Eppure la graduatoria è stata redatta in poco più di dieci giorni fa visto che le aziende hanno inviato via PEC le domande entro la data di scadenza fissata alle ore 12 del 24 ottobre. “Questo senza dimenticare – prosegue il vicepresidente della commissione Ambiente – i criteri del Bando che hanno tagliato fuori le aziende salentine, nettamente azzoppate, come gli inspiegabili dieci punti in più attribuiti ad aziende con un unico corpo fondiario, o i 30 punti se ricadenti in determinate zone. Da tecnico comprendo la premialità per le aziende ricadenti in zone ZPS, Aree Natura 2000 e zone vulnerabili, ma è mancata una distribuzione omogenea delle risorse su tutto il territorio regionale. Eppure vi era stata una garanzia di adeguata copertura economica da parte dell’assessore e dei responsabili di misura durante la presentazione del bando presso gli Ispettorati provinciali, con tecnici e aziende che sono state di conseguenza invogliate a presentare le istanze. Si profonda ogni sforzo, allora, per rimediare a questa situazione con la pubblicazione di un altro bando reperendo le risorse nel prossimo biennio”.
La situazione è ancora più drammatica se si pensa che il primo insediamento per i giovani, e la misura 4.1, scontano un ritardo inaccettabile con bandi pubblicati il 27 luglio e l’incognita della presentazione dei moduli dal momento che il sistema informatico di inserimento sul portale regionale non è ancora attivo. Una situazione che, spiega il consigliere pentastellato, sta causando un danno economico per le aziende pugliesi che non possono iniziare a fare investimenti se non dopo la presentazione on line delle suddette domande. “Non si comprende, infine, – incalza il consigliere salentino – il ritardo della misura 5 relativa alla fitopatia che ha colpito gli ulivi del Salento, e che prevede il misero stanziamento di 20 milioni di euro con cui si potrà fare molto poco; se si pensa che per fare una serra in screen-house di 2000 mq servono almeno 100 mila euro si comprende come tali risorse non siano sufficienti neanche per i vivai della provincia di Lecce a cui si sono aggiunti, oggi, anche quelli del Brindisino. Per non parlare dell’impasse dei GAL che non si sa quando e come partiranno. Non c’è più tempo per le parole rassicuranti dell’assessore Di Gioia – conclude Casili – i territori non posso attendere oltre. Si rompano gli indugi e si decida di far girare la macchina del PSR per dare finalmente risposte concrete ai nostri agricoltori”.
GAL: SOSPESI 130 MILIONI
“Nessun problema, solo una scelta legittima, per quanto particolarmente restrittiva, che forse più che realizzata da un dirigente, era più normale che fosse oggetto di una discussione anche politica”. Questa ieri la laconica risposta dell’assessore all’agricoltura Leonardo Di Gioia all’interrogazione regionale delle consigliere Antonella Laricchia (M5S) e Rosa Barone (M5S) in merito ai ricorsi del comune di Monopoli a cui è seguito quello di Modugno sui bandi relativi ai GAL (Gruppo di Azione Locale) plurifondo pugliesi – ovvero che uniscono i finanziamenti FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) – che stanno bloccando l’intera programmazione 2014-2020. Ciò significa circa 100-130 milioni di euro sospesi, a cui avevano fatto richiesta 23 proposte pervenute dall’intera regione. Oggi, giunge la conferma dal TAR di Bari che, dopo la lunga Camera di Consiglio, ha accolto l’istanza del comune costiero barese contro la Regione Puglia e l’Autorità di Gestione del PSR Puglia 2014-2020.
“Un vero e proprio caos su una vicenda posta da noi da settimane all’attenzione della Giunta Emiliano ma che, nella sua risposta, l’assessore Di Gioia ha voluto buttare in caciara, ipotizzando una risoluzione a tarallucci e vino della questione – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – In realtà, alla luce del provvedimento del TAR, la Regione potrebbe rivedere i criteri di selezione, causando un ritardo di un anno per la Puglia rispetto ad altre aree regionali ed europee. E non sono esclusi neppure i ricorsi per chi ha già affrontato le spese necessarie per la costituzione delle nuove società. Almeno dinanzi a ciò, l’assessore Di Gioia dovrebbe comprendere che non si tratta di un’inopportuna scelta che poteva essere gestita politicamente, quanto piuttosto di un vero e proprio errore tecnico di lettura della normativa nazionale, come da noi rilevato. La realtà – prosegue L’Abbate (M5S) – è che l’attuale gestione Emiliano è incredibilmente peggiore anche di quella dell’era Vendola: non solo abbiamo soldi che in agricoltura vengono spesi in maniera discutibile e poco funzionale per lo sviluppo del primo settore, ma tutto oggi risulta bloccato a causa di un assessorato che non è in grado di gestire la questione. Lo stesso Di Gioia che si augura ora di chiudere politicamente la faccenda, per tanto tempo ha fatto orecchie da mercante. Se da un lato solleciteremo quei Comuni che ad oggi hanno tutto il diritto di accedere a quei fondi ma che, inspiegabilmente, non hanno fatto ancora ricorso come quello di Polignano a Mare (BA), guidato dal sindaco Domenico Vitto (PD e presidente Anci Puglia in pectore) – conclude il deputato 5 Stelle – dall’altro chiediamo all’assessore Di Gioia di valutare serenamente di fare un passo indietro per manifesta incapacità. L’agricoltura pugliese ha bisogno di fatti e di risposte, non di incompetenza e pressapochismo”.