“Zero Volumi. Alte frequenze di innovazione”, questo il titolo ed il motto della due giorni di convegno a Borgo Segezia sulla rigenerazione urbana e l’economia di comunità. Un incontro, promosso ed organizzato dalla Cooperativa San Giovanni di Dio ed Euromediterranea, su come puntare sulla rigenerazione territoriale, partendo da spazi dismessi ed abbandonati, come la location dell’evento, ovvero la vecchia struttura, ormai vuota e degradata che ospitava la scuola dei Padri Giuseppini, ed ancora prima un orfanotrofio. Una scelta emblematica, per parlare di sviluppo e di spazi da restituire alla comunità, per accogliere, ascoltare e riempire di idee e persone i luoghi.
“Abbiamo bisogno di idee e proposte per ridare al nostro territorio la possibilità di intraprendere una crescita dal punto di vista sociale ed economico”, spiega il presidente della Cooperativa San Giovanni di Dio Raffaele Pio de Nittis, tra i promotori dell’iniziativa. “Da un edificio dismesso abbiamo lanciato un messaggio importante in questi due giorni di lavori, ponendo domande e riflessioni in un’ottica di riattivazione sociale e produttiva; ed i quesiti proposti viaggiano in questa direzione – le sue parole.
A rispondere all’appello dell’iniziativa il mondo dell’impresa, come testimoniato dalla presenza del presidente della Confindustria Foggia Gianni Rotice e del massimo rappresentante della cooperazione territoriale Giorgio Mercuri, per testimoniare la volontà di connessione tra pubblico e privato, nella direzione di creare quella fondamentale filiera che possa rendere concrete le idee messe in campo. La presenza contemporanea dei sindaci di Manfredonia, San Giovanni Rotondo, Foggia, Cerignola e San Severo (con Miglio nella doppia veste di sindaco e presidente della Provincia) sono la prova tangibile, seppur tra le comprensibili difficoltà causate da burocrazie e vincoli, di un punto di partenza nel confronto costruttivo sul tema da parte degli attori istituzionali del territorio.
In questo luogo dovrà partire un laboratorio che sia da traino ed esempio per altri spazi di riqualificazione, come spiegato da de Nittis. “Servono luoghi e servizi per il territorio; ambienti nuovi aperti a soggetti svantaggiati e fasce deboli, che dovranno essere prioritari in questi disegni. La rigenerazione – ha proseguito – deve partire dai bisogni. Solo in questo modo si può coniugare il bene della comunità con l’esigenza di creare nuove chance occupazionali”.
Il recupero e l’innovazione possono essere teatro di iniziative a carattere sociale e sperimentale, partendo dal riuso degli spazi, con una nuova concezione di utilizzo. “È una strada che abbiamo già intrapreso nella nostra Cooperativa. Ad esempio, all’interno della concessione dopo la gara vinta per la gestione della casa di riposo di Monte Sant’Angelo, l’idea è quella di creare un blocco, sotto forma di centro diurno, dedicato agli anziani non autosufficienti. Così facendo, avremo dato nuove risposte alle domande di assistenza socio-sanitaria della provincia, a livello sia strutturale che occupazionale”, ha chiosato De Nittis.
Una due giorni, quella andata in scena il 14 ed il 15 luglio, ricca di spunti e di racconti di esperienze pronte ad essere convertite in proposte per la rigenerazione del territorio. Le innumerevoli testimonianze messe in campo da soggetti pubblici, privati, istituzioni, accademici, filosofi, associazioni, terzo settore, comunità locali, fino a quelle di semplici cittadini, sono state dunque un’occasione utile di confronto e di condivisione di visioni e progettualità pronte ad essere trasformate in dinamismi socio-economici, per scommettere sul rilancio del territorio. “Siamo partiti da un sogno, con lo sguardo indirizzato verso nuovi orizzonti più sostenibili, più innovativi, più accessibili per tutti”, era uno gli slogan dell’iniziativa. Da qui parte dunque la scommessa di produrre economie diverse, culture innovative ed interventi di prossimità a favore della comunità.
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