Fresco di stampa da soli due mesi, “Una specie di felicità” di Francesco Carofiglio è un romanzo che appassiona e racconta un duello caro alla grande letteratura: quello tra allievo e maestro. Sullo sfondo, il linguaggio della psicoterapia e dell’umanità, dei sentimenti e dell’amore. Ieri pomeriggio in piazza Giordano a Foggia, nello spazio antistante alla libreria Ubik, si è tenuta la presentazione del nuovo romanzo dello scrittore barese, appuntamento che rientra nel programma del cartellone culturale del Foggia Estate curato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Foggia. A conversare con Carofiglio c’era la giornalista Francesca Lombardi e Mariolina Cicerale, docente del Liceo classico Lanza. Protagonista del libro è Giulio d’Aprile, un uomo che vede la sua vita cambiata in una bella giornata di fine ottobre, mentre percorre il viale alberato che lo conduce all’istituto dove lavora come psicoterapeuta. Varcata la soglia di quel luogo, Giulio incontra l’uomo che molti anni prima era stato il suo maestro. La persona geniale, brillante, autorevole ha lasciato però il posto a un vecchio, ormai stanco. Ecco che la memoria vacilla e gli occhi sembrano perdersi altrove.
Da quel giorno il suo ex professore sarà un suo paziente. Ecco l’inizio di un duello. La vita di Giulio entra ed esce da quella stanza, il matrimonio fallito, la perdita del padre, il senso di inadeguatezza nei confronti dei figli. Fino a quando appare qualcuno e qualcosa accade. E inverte bruscamente la rotta, tra il buio e la luce. Come una crepa nel muro. Come una specie di felicità. Felicità appunto, un termine ricorrente nella vicenda, oltre che nel titolo del romanzo. “Non sono un esperto della felicità. Credo che essa sia frutto di un inciampo, di un incidente. Nella vita per essere sicuri, per avere un lavoro ci vuole fortuna, non felicità. Chiara (la sua nuova compagna) è per Giulio una sorta di felicità, così fragile da una parte e determinata dall’altra, rappresenta un vero e proprio scossone di vita per il protagonista”, confessa Carofiglio.
“Qualcosa di autobiografico c’è sempre, in ogni libro. Lo stesso rapporto che c’è tra l’allievo e il maestro è un pizzico di me, della mia vita. Quello che fa Giulio nel libro è un voler entrare nella vita dell’altro, creando una sorta di varco, con colui (il maestro) che si è lasciato andare piano piano alla vita”.
Francesco Carofiglio nato a Bari, è scrittore, architetto e regista. Oltre a L’estate del cane nero, Ritorno nella valle degli angeli e Radiopirata, ha pubblicato per BUR il romanzo With or without you e per Rizzoli, in coppia con il fratello Gianrico Carofiglio, nel 2007 la graphic novel Cacciatori nelle tenebre e nel 2014 La casa nel bosco. Per Piemme, ha scritto Wok e Voglio vivere una volta sola. La rassegna “Libri e dialoghi” a cura della libreria Ubik tornerà il prossimo 21 luglio per l’ultimo appuntamento estivo con “Un anno per un giorno” di Massimo Bisotti.