“Orgoglioso di essere un “mostro”. Che non gira la testa da un’altra parte, quando un bambino rivendica la Sua diversità di “bocciato”. Tutti gli altri, poverini, promossi, Lui, Lui solo felicemente bocciato. E il “mostro” non accarezza i bravi bambini, non sorride beato, confuso tra i bravi”. A scriverlo è Franco Metta, sindaco di Cerignola finito al centro della polemica per aver rimproverato con veemenza un bambino che, durante l’inaugurazione del parco giochi nella villa comunale, si era “vantato” di essere stato bocciato a scuola (il caso è finito su tutti i media nazionali). A molti non è piaciuto il linguaggio del sindaco che in dialetto e con qualche parolaccia, ha pesantemente apostrofato il ragazzino. “Il “mostro” si occupa del “bocciato” – dice ancora Metta -. Gli vuol dire che non c’è nulla di cui andare fiero. Gli vuol dire che lo lasceranno indietro, se non smetterà di fare il “trimone”. Gli altri lo lasceranno indietro e sarà l’ultimo “stronzo”. Il “mostro” pretende che vada a scuola e il prossimo anno “minaccia” di controllare che sia stato promosso. “Se no ti spezzo le gambe”. Il tutto in dialetto – continua il sindaco -, perché davanti a chi in dialetto si esprime il mostro replica in dialetto. Poi, il “mostro” lo tiene stretto a sé mentre il parroco benedice. Gli porge le caramelle che quelli del cantiere offrono. Finalmente si apre il Parco Giochi, strenuamente voluto dal “mostro” e il bambino sparisce tra le altalene. Se volevano un sindaco che si occupasse dei promossi in puro fiorentino, hanno sbagliato. Mi occupo dei bocciati, non dei promossi. Parlo con loro, in dialetto. In attesa che, magari a calci in culo, vadano a scuola e imparino l’italiano. Il resto è sociologia pelosa, che non mi interessa. Se l’anno prossimo il bocciato sarà promosso voglio pensare che un po’ sarà merito mio. Certo, se lasciassimo fare a Voi soloni…