Undici anni e quattro mesi a Giuseppe Pacilli detto “Peppe U’ Montanar”, noto boss di Monte Sant’Angelo beccato dopo anni di latitanza. Questa la condanna della Corte d’Appello di Bari che ha confermato la “mafiosità” del soggetto. Ribaltata la sentenza di primo grado che aveva condannato il boss a dieci anni per due episodi estorsivi e per armi ma senza l’aggravante mafiosa. Accolta, dunque, l’istanza presentata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo i giudici, Pacilli ha agito con metodi mafiosi ai danni di un’impresa locale, quando pretese il pagamento di un pizzo da 5mila euro. Assolto, invece, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di aver estorto 600 euro a un barista. Aggravante della mafiosità anche per uno dei suo fiancheggiatori, Matteo Pettinicchio, condannato a 8 anni e 6 mesi di carcere per due episodi estorsivi (in primo grado condanna ad 8 anni di reclusione con l’esclusione della mafiosità). Assoluzione confermata infine per Giuseppe Silvestri.
Giuseppe Pacilli è considerato l’artefice delle pressioni ad amministratori locali, a causa delle quali si arrivò allo scioglimento del consiglio comunale. Era inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del Ministero dell’Interno. Al vertice del clan Libergolis, Pacilli venne catturato dagli agenti della squadra mobile di Foggia e dal Servizio Centrale Operativo, il 13 aprile 2011 nei boschi vicini a Monte Sant’Angelo, dove aveva trovato rifugio. U’ Montanar aveva preso il comando del clan dopo la cattura di Franco Libergolis (nipote di Ciccillo), catturato, nel settembre 2010, dopo un lungo periodo di latitanza.