
“Sebbene il quorum non sia stato raggiunto, alle consultazioni del 17 aprile la Puglia, con un’affluenza di quasi dieci punti percentuali in più rispetto alla media italiana, ha risposto e ha risposto “sì” con il 95,1 per cento dei votanti, che si è espresso a favore dell’abrogazione della norma che permette alle compagnie petrolifere di estrarre idrocarburi a tempo indeterminato entro le 12 miglia”. Questo il commento giunto dalla sede regionale di Legambiente.
“Mettendo da parte l’ideologia e guardando i fatti – ha detto Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -, la mobilitazione delle associazioni ambientaliste, dei movimenti No Triv e delle Regioni, ha costretto il Governo a ripristinare il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia e a dichiarare non strategiche per legge le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi che godevano di iter semplificati e super accelerati. A questo si aggiunge la moratoria della Croazia e della Francia contro le nuove trivellazioni. Nonostante il quorum non sia stato raggiunto, di una cosa siamo certi: la proroga senza limiti delle concessioni per l’estrazione di petrolio e gas è in contrasto con le regole del diritto dell’Unione Europea sulla libera concorrenza. A tal proposito nei prossimi giorni presenteremo una denuncia alla Commissione europea contro la norma che concede alle società petrolifere di estrarre idrocarburi fino a vita utile dei giacimenti”.
La campagna referendaria ha aperto un serio dibattito sull’uscita dai combustibili fossili. L’Italia possiede oggi risorse naturali e opportunità per ridurre l’utilizzo di petrolio e gas puntando sulle alternative realmente competitive ma bloccate da politiche miopi e sbagliate: l’autoproduzione da energie rinnovabili, il biometano, l’efficienza energetica.
“Lo scorso 30 marzo, anche i sindaci pugliesi, in occasione dell’arrivo del Treno Verde nella nostra regione, hanno sottoscritto il Manifesto dell’Autoproduzione da fonti rinnovabili, unendosi agli oltre 400 amministratori italiani che hanno detto ‘no’ a un’Italia ancora schiava del petrolio. Le fonti fossili rappresentano il passato, soprattutto in una regione come la Puglia che produce il 21,5% dell’energia totale da fonti rinnovabili, pari al 45% dei consumi totali regionali. Riteniamo dunque che questa possa rappresentare la strada più efficace e praticabile per costruire un futuro incentrato sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica”, ha concluso Tarantini.