“Siamo tante piccole realtà, non basta aggregarsi dobbiamo promuovere iniziative imprenditoriali”. Confcooperative presenta il bilancio del 2015 tra luci ed ombre con un’attenzione particolare al fatto che il nuovo assessore regionale all’agricoltura provenga dalla Capitanata (Leo Di Gioia, ndr). Da tempo non si registrava “un’opportunità del genere”, per questo il presidente Giorgio Mercuri usa la metafora ferroviaria: “Chiediamo alla politica che la nostra provincia diventi un treno importante a guida della realtà pugliese e metta fuori tutti i vagoni per dare slancio all’agroalimentare”.
Utilizzo dei fondi comunitari
Un settore su cui la confederazione punta molto e che negli anni, secondo quanto riferito in conferenza stampa, è stato sottovalutato: “Dobbiamo confrontarci di più con il mercato e meno con i fondi comunitari che prima o poi finiscono”, esorta Mercuri. E a tal proposito cita il Piano di sviluppo rurale 2007-2013 di cui molte risorse ai territori non sono arrivate ma che Confcooperative ha usato al meglio: “Il nostro 30% riguardava una filiera, per le aziende singole è stato molto difficile superare la crisi, molte le hanno chiuse, altre si sono perse per strada e molti Comuni non potevano pagare quell’aggiunta di Iva richiesta”.
Per il prossimo piano fino al 2020 “bisogna puntare sul territorio e non presentare bandi che servono solo a qualcuno”. Settore cerealicolo, olivicolo, vitivinicolo si muovono con difficoltà perché “abbandonati dalle organizzazioni e perché ancora non si riesce a utilizzare qui da noi il valore aggiunto dei nostro prodotti”. Nel complesso l’organizzazione saluta con ottimismo il 2016: “Il peggio della crisi è passato e le banche ci danno più fiducia”.
E’ stato il 2014 l’anno più nero per quanto riguarda il rapporto con le banche mentre per tutto il 2015 resta una costante il forte ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, dei comuni e delle regioni, “circostanza – scrivono nel resoconto annuale – che ha soffocato e provocato la cancellazione di numerose imprese”.
“Legge contro false cooperative”
“Dalla tempesta di mafia capitale – aggiunge Mercuri – abbiamo dovuto difenderci a livello nazionale perché di quanto è successo c’è stata una strumentalizzazione. Chi è stato inquisito aveva legami con la politica e le realtà pulite che danno lavoro e che sono solide mentre molti licenziano, non hanno nulla in comune con le false cooperative”.
A questo proposito l’organizzazione ha raccolto centomila firme con cui si chiede al Parlamento di approvare una legge per contrastare il fenomeno delle “false cooperative”. Nella conferenza di fine anno Mercuri ha fatto cenno anche alla piaga del caporalato che investe la nostra provincia “e non riguarda solo il settore del pomodoro ma è abbastanza trasversale. Non esiste solo al sud – ha precisato il presidente – è diffusa in tutta Italia, per noi il sommerso rappresenta un danno di competitività e di immagine”.
Se la crisi è finita, del resto, “la ripresa non è ancora forte e veloce” un mantra che dall’arrivo di Squinzi a Foggia a tutte le presentazioni di imprese agli esordi o già avviate è stato ascoltato diverse volte. “Sostituire una parte di indebitamento con la capitalizzazione, innovare, internazionalizzare, ricominciare ad investire”, ecco queste le parole magiche pronunciate da Confocooperative che, a proposto dei fondi Psr dice: “Li abbiamo utilizzati per investimenti e non per spese”.
Fra gli obiettivi del 2016 nel settore sociosanitario, uno dei più rappresentativi, c’è la costituzione del Cap Puglia (Consorzio per l’assistenza primaria), un’aggregazione di 19 imprese impegnate nel settore del welfare e su cui si sta lavorando da tempo. Un impegno spalmato su quattro anni che include uno sportello di creazione di nuove cooperative, la promozione di settori strategici della nostra agricoltura e il sostegno alla partecipazione. Alla rete territoriale di 340 cooperative se ne sono aggiunte 23, altre 15 dovrebbero aggregarsi. Ed è il dato che contrassegna più positivamente, secondo Mercuri, il 2015.