Antrace, Xylella e peste. Lo sguardo dell’istituto zooprofilattico di Foggia è rivolto all’Europa. Dall’antiterrorismo ai parassiti, molti enti pubblici e privati trovano le risposte che cercano nel lavoro di giovani studiosi (per lo più donne) del Sud. Qui, in un’angolo della Puglia, c’è infatti uno dei presidi più avanzati – punto di riferimento nazionale – della ricerca. Proprio dove fino a qualche anno fa si sono addensate le nebbie sulla gestione manageriale, si schiudono possibilità enormi (anche economiche) per l’Italia ed il Mezzogiorno.
“Siamo l’avamposto ideale per studiare il parassita che sta distruggendo gli ulivi”, spiega il presidente Agostino Sevi, preside della facoltà di Agraria dell’Unifg. Il batterio misterioso potrà essere studiato nei laboratori schermati dell’istituto di Puglia e Basilicata, grazie al supporto del lavoro sul campo, possibile in virtù dell’esistenza di una sede in ogni provincia pugliese (ad esclusione della Bat). Come un puzzle, da queste parti si sta cercando di mettere assieme le specificità della ricerca universitaria ed il meglio degli studi nel settore sanitario e animale.
Se la sicurezza alimentare può essere il fronte più interessante per valorizzare il meglio delle produzioni pugliesi (e italiane) nel mondo, la collaborazione con altri enti europei per la gestione delle emergenze (dall’immigrazione alle sostanze utilizzate per gli attentati terroristici) potrebbe essere la prospettiva più avanzata. Anche per questo l’europarlamentare Elena Gentile (Pd), da poco nominata nella commissione sanità-ambiente-sicurezza alimentare ha voluto perorare la causa a Bruxelles, prospettando all’ente “un ruolo di maggior rilievo” sfruttando le opportunità del programma “Horizon 2020”.

Se Foggia, dunque, ha perso la battaglia per l’Authority alimentare (qualcuno ricorderà l’annoso tiremmolla con Parma), potrebbe ora riscattarsi con il nuovo centro di eccellenza. Il management guidato da Canio Buonavoglia ha intenzione di sfruttare l’opportunità, anche perché solo per la Xylella sono sul piatto 5 milioni di euro. “Lavoriamo su diversi fronti, abbiamo iniziato ad intraprendere iniziative con i privati – spiega il direttore sanitario Antonio Fasanella -, è il caso di un’azienda di Cerignola per la quale abbiamo certificato un prodotto per la sanificazione degli ambienti dai rifiuti sanitari: non ce ne sono altri ‘con il bollino’ sul mercato”.
Persino sulla peste, una patologia che sta sviluppando focolai in alcuni Paesi dai quali arrivano i migranti in Italia (per esempio la Libia), l’Izspb è laboratorio di riferimento europeo: “Lavoriamo per prevenire ogni rischio, riusciamo a fare analisi su qualsiasi componente organica e a produrre celermente i risultati”.
“Metteremo a valore questa realtà in Europa – ha spiegato Gentile -, per rilanciare l’unica grande vocazione di questa terra: l’agroalimentare. La sicurezza, su questo versante, è il futuro della nostra economia. Terra e mare – che abbiamo sempre sottovalutato -, possono essere il riscatto della Puglia, a maggior ragione nell’ambito della macroregione Ionico-Adriatica. Con la ricerca di qualità, ed un sistema di governance con le imprese – ha concluso – la sfida si può vincere”.