Sono una decina le manifestazioni di interesse di privati per l’acquisizione delle tre strutture della Casa Divina Provvidenza (Bisceglie, Foggia e Potenza). Stando ad informazioni ufficiose trapelate da Bisceglie, a farsi vivi alcuni colossi nazionali ed esteri, oltre a gruppi locali del settore. Per la sede di Foggia, il ticket iniziale composto da Paolo Telesforo e Potito Salatto (proprietari degli omonimi gruppi della sanità privata, con cliniche, laboratori di analisi ed Rssa) si è allargato ad un altro nome storico della Capitanata, Michele D’Alba, patron del gruppo che controlla la Lavit (lavanderia industriale) e la Rssa “Madre Teresa” di San Giovanni Rotondo. I tre, che assieme sfiorano gli 800 dipendenti, si sono fatti avanti congiuntamente per tentare di acquisire il Don Uva di Foggia. Da Bari arriva l’interesse del Gruppo GVM, proprietario di Villa Anthea di Bari e di Casa Bianca Hospital di Cassano Murge.
Già presente nel settore riabilitazione in Puglia (e in Capitanata), si rifanno vivi gli Angelucci, imprenditori della sanità privata con tentacoli nell’editoria, così come De Benedetti, a capo della Cir e dell’impero editoriale del gruppo Repubblica-Espresso. Dall’estero arrivano due manifestazioni di cui non si conoscono ancora i dettagli. La pubblicazione dell’elenco ufficiale dovrebbe avvenire entro questa settimana, così come riferito dal commissario straordinario Bartolo Cozzoli ad alcuni collaboratori. Intanto, i sindacati che hanno seguito con maggiore interesse le vicende, si fanno sentire. “Vista la composizione della manifestazione di interesse – spiega a l’Immediato il coordinatore Usppi, Massimiliano Di Fonso -, auspichiamo nell’acquisizione della struttura foggiana da parte degli imprenditori locali, che meglio di altri possono affrontare la delicata fase del passaggio di consegne e garantire la qualità dei servizi e del lavoro. Inoltre, sarebbe la giusta risposta ad un settore, quello della sanità privata, che in provincia di Foggia negli scorsi anni ha subito tagli indiscriminati, arrivando al collasso. Siamo convinti – conclude – che in questo momento sia questa la soluzione migliore per offrire all’utenza il miglior servizio per soddisfare i bisogni di salute della popolazione”.