“Ci sono delle cose che mi stupiscono particolarmente, come l’atteggiamento del Comune di Foggia nel processo ‘Corona’: non si è costituito parte civile né nel rito ordinario né in quello abbreviato”. È una bordata quella indirizzata dal presidente dell’associazione Antiracket Tano Grasso al sindaco di Foggia Franco Landella. “È grave – ha aggiunto a margine dell’incontro di oggi in Prefettura per la firma del protocollo con gli edili – che l’Ente non si faccia sentire in un processo così importante, dove peraltro i capi sono già stati condannati nel rito abbreviato. Il messaggio che viene lanciato con un atteggiamento di questo tipo è disastroso per la collettività, soprattutto quando si cerca di attivare meccanismi virtuosi come quello che stiamo facendo partire oggi”. Ad essersi costituiti in giudizio, invece, la Camera di commercio e l’associazione Capitano Ultimo. A difendere le ragioni dell’amministrazione, l’assessore al Contenzioso Sergio Cangelli, presente in Prefettura: “Abbiamo la volontà di costruirci parte civile, così come abbiamo fatto in altri casi, uno fra tutti quello che ha coinvolto il dirigente Biagini – ha affermato in replica a Grasso -, purtroppo abbiamo avuto un ritardo nella consegna della documentazione, fattore che ha determinato la nostra assenza, cosa che può essere confermata dai legali della Camera di commercio. Il ritardo è stato determinato dal fatto che, non essendo parte in causa – conclude – , e non avendo ricevuto notifiche di alcun genere, non siamo rientrati nei tempi di costituzione”.
La replica ufficiale del Comune
“Il tono ed il contenuto della dichiarazioni rilasciate questa mattina contro il Comune di Foggia da Tano Grasso sono inaccettabili. Delegittimare le istituzioni liberamente e democraticamente elette dai cittadini non solo non è d’aiuto per sconfiggere il racket delle estorsioni, ma, cosa ancor più grave, rappresenta una palese ed intollerabile mancanza di rispetto verso la città. Al contrario, ci saremmo aspettati da Grasso un coinvolgimento diretto del Comune di Foggia in una sfida così importante ed ambiziosa che però non è mai giunto”. Il sindaco di Foggia, Franco Landella, risponde così alle accuse lanciate dal presidente del FAI sulla mancata costituzione di parte civile dell’Ente di Palazzo di Città nel cosiddetto processo “Corona”. “Come ha già ampiamente dimostrato l’assessore al Contenzioso, Sergio Cangelli, si è trattato di un mero disguido – precisa il primo cittadino –. Questa Amministrazione in altre circostanze si è già costituita parte civile in altri processi, proprio a dimostrazione della sua sensibilità verso questo tema, e continuerà a farlo, a prescindere dalle polemiche strumentali messe in campo in queste ore”.
“Vale la pena ricordare al presidente Grasso che mentre oggi punta l’indice contro la politica e le istituzioni, in passato ha preferito tenere lontani proprio i rappresentanti della politica dalle sue iniziative antiracket. Mi riferisco in particolare al 5 dicembre 2012, quando Grasso impedì al sottoscritto di partecipare, come cittadino (benché all’epoca fossi anche vicepresidente del Consiglio comunale) alla ‘passeggiata antiracket’ organizzata per le strade di Foggia dalla sua Federazione. Sarebbe dunque il caso che Grasso chiarisse in modo più preciso la sua posizione sul punto: la battaglia contro il racket è una prerogativa esclusiva della sua federazione ed è lui a decidere quando è opportuno l’intervento dei rappresentanti delle istituzioni (e, soprattutto, di quali rappresentanti)?”.
“Restituiamo quindi al mittente le considerazioni espresse dal Presidente onorario della FAI, Grasso. Sul caso specifico, il Comune aveva dato l’indirizzo di costituirsi parte civile nel processo ‘Corona’ – aggiunge l’assessore comunale all’Avvocatura, Sergio Cangelli – Non essendo, però, parte lesa in questo procedimento, ha dovuto acquisire autonomamente, grazie alla collaborazione della Camera di Commercio, i relativi dati identificativi. Pertanto, quando si è materialmente provveduto a formalizzare l’atto di costituzione di parte civile, erano scaduti da un giorno i termini per la detta costituzione. Ci rammarichiamo per il disguido, ma non riteniamo che possa essere oggetto di strumentalizzazione da parte di chicchessia. Soprattutto, in considerazione del fatto che questa Amministrazione ha provveduto dal momento del proprio insediamento, a costituirsi parte civile sia in procedimenti collegati a fenomeni estorsivi sia in quelli riguardati episodi di corruzione all’interno della Pubblica Amministrazione. Solo a titolo di esempio – ricorda Cangelli –, vogliamo ricordare il processo per la tentata estorsione al proprietario di un bar foggiano (il cui primo grado di giudizio si è concluso nel luglio scorso con la condanna degli imputati); il processo nei confronti di un dirigente e di un consigliere del Comune di Foggia (con lo stesso esito in primo grado); il celebrando processo nei confronti, tra gli altri, di pubblici funzionari comunali in relazione ai lavori di ristrutturazione del Teatro Umberto Giordano”.
“Piuttosto che bacchettare in modo pretestuoso il Comune di Foggia e la sua attività istituzionale, il presidente onorario della FAI ed ex parlamentare dovrebbe impegnarsi per realizzare un allargamento della partecipazione dei commercianti e degli imprenditori della città alla sua associazione ed alla sua attività – sottolinea il sindaco di Foggia -. Un allargamento che, evidentemente, può essere promosso soltanto attuando una logica inclusiva, che unisca e non divida il fronte antiracket; che non delegittimi le istituzioni e non consideri questa battaglia come una esclusiva prerogativa dell’associazione, perché per sconfiggere questa piaga occorre unire le forze ed essere per davvero tutti dalla stessa parte della barricata”.
“A questo proposito – conclude il sindaco di Foggia – voglio esprimere un sincero ringraziamento a coloro i quali, a cominciare dalle forze dell’ordine e dai pagistrati della Procura della Repubblica di Foggia, ogni giorno combattono in prima linea la battaglia contro il racket delle estorsioni e a favore dell’affermazione del principio e dei valori della legalità”.