Gli annunci di una nuova e pesante manovra finanziaria preoccupano non poco gli imprenditori della sanità, che insieme ai cittadini, potrebbero pagare un conto salatissimo. Il presidente Aforp, Beppe Marchitelli, mostra tutto il suo dissenso: “Sembrava impossibile solo un anno fa. Come si dice: il peggio non è mai morto. La manovra finanziaria che a inizio estate consisteva in un importante valutazione da 16 miliardi è lievitata a 23 per atterrare a 27 miliardi oggi. E non è detto che sia finita qui” .”Incredibile aggiungere ancora tagli alla sanità – stigmatizza il presidente dell’associazione dei fornitori – Sono rimasti inascoltati tutti gli argomenti economici giunti da più parti, per far si che fosse ‘lavoltabuona’, come piace dire oggi”.
Prima di proseguire: “Dopo la Conferenza Stato-Regioni del 2 luglio scorso, che sappiamo come è andata, viene approvata la Legge 125 del 6 agosto senza recepire parte di quanto siglato con le Regioni. Mi chiedo: sono inutili confronti? La Puglia affronta l’ultimo trimestre dell’anno con una nuova Governance insediata da quattro mesi e che attualmente tenta in ogni modo di poter far fronte al così delicato settore sanità. Un’unica certezza: le centrali d’acquisto e il recepimento delle normative di Governo che prevedono la rinegoziazione dei contratti in essere verso i fornitori fino al 5%. Si taglierà ancora la spesa a sprechi immutati. Ben venga la Corte dei Conti, che definisce gli sprechi –mala gestio-. Ora la domanda è d’obbligo: tutto ciò, fa sperare nell’appropriatezza? Temo di no”.
“Quando il Governo fa giochi di parole anziché essere trasparente – insiste Marchitelli -, su come intende affrontare un tema così caro ai cittadini, c’è da preoccuparsi. Siamo tutti allarmati. Noi fornitori, i medici, gli operatori tutti e soprattutto i pazienti. Ogni associazione di categoria ha tentato inutilmente di frenare questo delirio senza successo. Compreso il Tribunale dei diritti del malato”.
“Come cittadino ed imprenditore – conclude -, ho mille motivi per temere l’inefficienza di un Sistema sanitario nazionale e regionale se queste sono le condizioni. Non è in essere una razionalizzazione ed efficientamento della spesa, come vorrebbero gli atti di indirizzo per l’anno 2016, ma più banalmente una inevitabile decadenza del sistema sanitario pubblico per meglio presentarlo al mercato del privato.”