Nei giorni scorsi è stato reso noto un incontro tra l’amministrazione comunale di Manfredonia e Energas Spa circa il “progetto-bubbone” del deposito industriale di GPL. Ne è emersa la contrarietà del nuovo governo cittadino, con un cambio di rotta rispetto allo sconcertante immobilismo di qualche tempo fa. Ma nel frattempo è emerso un episodio molto grave: a fine luglio attivisti Lipu hanno constatato “l’aratura sistematica della zona di progetto, con la distruzione dei prati aridi presenti, cancellando preziose nidificazioni in atto e sottraendo notevoli risorse alimentari per altre specie protette”. Tutto “in barba a Regolamenti Regionali”. Per questo La Lipu ha presentato una articolata denuncia al Corpo Forestale dello Stato.
“Associazioni ma anche consiglieri, partiti, parlamentari. Nessuno vuole Energas – spiegano dall’associazione provinciale di tutela degli animali -. Come i cittadini, che continuano a firmare il proprio NO nella petizione promossa dal Coordinamento di associazioni. Il Comune avrebbe sposato cosi le tante voci contrarie (a cominciare dal Coordinamento cittadino di cui è parte la Lipu) che da un anno e mezzo incalzavano il silenzioso sindaco Angelo Riccardi, a capo della vecchia (e nuova) amministrazione. Tuttavia i termini di tale incontro non sono chiari e la Lipu ne ha chiesto il verbale in nome di una trasparenza che sulla questione tarda ad arrivare”.
Poi proseguono: “Il comune di Manfredonia ha già perso troppo tempo! Alle recenti affermazioni di contrarietà devono fare seguito atti concreti nei confronti dei procedimenti autorizzativi. A fronte della notifica oltre un anno e mezzo fa sull’avvio del procedimento di VIA a cura del Ministero Ambiente, il Comune è rimasto silente malgrado le sollecitazioni della società civile. Si rischia seriamente che la VIA si concluda senza alcuna determinazione del Comune. Lo stesso dicasi per il procedimento autorizzativo che sta per avviarsi al Ministero allo Sviluppo Economico”.
“Il Comune – evidenzia il presidente provinciale Enzo Cripezzi – in autotutela può ancora affermare e motivare un netto NO, sia nell’ambito del procedimento di VIA, per l’importanza ambientale dell’area e le diverse prospettive di indirizzo che dovrebbe avere, e sia nell’ambito della procedura al MISE dove è necessario ciò che la LIPU predicava senza ascolto già a margine della condanna comunitaria per il danneggiamento della ZPS: riportare da industriale ad agricola la cosiddetta insula DI46”. Ancor più oggi nello spirito del Piano Paesaggistico Regionale.
“Siamo stufi delle chiacchiere di Energas osannate dall’ingegner Marino – continuano alla LIPU – , con il progetto sarebbero consumati quasi 20 ettari di prezioso territorio e una più enorme estensione del circondario ne verrebbe frammentata con effetti inaccettabili per biodiversità, paesaggio e urbanistica, in spregio alle più avanzate logiche di concezione di questo bene inalienabile. Per la collettività nessun vantaggio concreto e durevole, solo danni e rischi esponenziali. Né si intravede alcuna coerenza con una seria pianificazione energetica. L’unico vantaggio– taglia corto Cripezzi – sarebbe la crescita di contanti nelle tasche di Energas”.
Infine, Lipu e Coordinamento cittadino hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente la indizione urgente di una “Inchiesta Pubblica” sul procedimento di VIA, mentre al presidente e al direttore del Parco del Gargano un incontro urgente sul parere in capo a tale Ente circa la Valutazione di Incidenza.